Gli studenti italiani? Frustrati e demotivati

"Si torna a scuola ma resta alto rischio burnout tra 16-18 anni", dice lo studio che ha coinvolto giovani italiani e svizzeri

ANSA

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Roma, 10 settembre 2021 - Gli studenti italiani soffrono più dei coetanei svizzeri di esaurimento emotivo, frustrazione, demotivazione e cinismo verso il mondo della scuola e verso il futuro. È la poco rincuorante cartolina tratteggiata dalla ricerca sul benessere degli studenti in età adolescenziale 'Adolescents' School Burnout: A Comparative Study between Italy and Switzerland' condotta dall'Università Lumsa e dalla Haute Ecole Pédagogique di Losanna pubblicata sulla rivista internazionale European Journal of Investigation in Health, Psychology and Education che ha confermato il maggior rischio di burnout scolastico in ragazzi tra i 16 e i 18 anni.

Lo studio, coordinato per conto dell'Università Lumsa dalla professoressa Caterina Fiorilli e dalla professoressa Simona De Stasio, ha coinvolto 840 studenti italiani e svizzeri di scuola secondarie di età compresa tra i 13 e i 18 anni. La letteratura internazionale e nazionale conferma che nel tempo gli studenti con più alti livelli di burnout scolastico hanno maggiori rischi di dispersione scolastica, di rendimenti bassi, di comportamenti di disadattamento a scuola, di scelte future meno ambiziose disimpegnate e confermano il maggior rischio di sviluppare in età adulta forme di sofferenza depressiva.

Caterina Fiorilli, ordinaria di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione presso l'Università Lumsa e Direttrice dell'Osservatorio Nazionale Salute e Benessere dell'Insegnante ha commentato: «Temo che il grande interesse per il rientro a scuola in sicurezza possa distogliere l'attenzione da problemi endemici che la scuola secondaria si trascina da tempo e che le indagini Invalsi, nonché i confronti internazionali promossi dalle indagini Ocse-Pisa, hanno abbondantemente messo in luce. Stiamo assistendo ad un lento allontanamento di alcune fasce della popolazione scolastica dall'idea di una scuola come occasione di crescita personale e di investimento verso il futuro. Se prima potevamo parlare di disinnamoramento dei giovani per la scuola, ora si può utilizzare il termine cinismo. Il passo verso la dispersione è breve».