Firenze, a palazzo del Pegaso lo striscione con i volti delle vittime del regime iraniano

Il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “Un messaggio forte e condiviso da tutte le forze politiche per ribadire che non ci voltiamo dall’altra parte”

Lo striscione

Lo striscione

Firenze, 18 gennaio 2023 – Uno striscione con i volti, i nomi e l’età delle persone condannate a morte dal regime iraniano per non voltarsi dall’altra parte e per accendere i riflettori sulla brutale repressione in atto è stato appeso oggi, mercoledì 18 gennaio, nel cortile di palazzo del Pegaso, sede dell’Assemblea legislativa toscana. “Oggi dal Consiglio regionale della Toscana parte un messaggio forte e condiviso da tutte le forze politiche – ha affermato il presidente Antonio Mazzeo – Non restiamo in silenzio. Quello che sta accadendo in Iran in questo momento è drammatico. La Toscana è stata la prima Regione al mondo nel 1786 ad abolire la pena di morte. Pensare che oggi chi protesta per avere più diritti e più libertà viene barbaramente ucciso, dà il segno che c’è ancora tanto da fare. Questo striscione è un gesto simbolico per ribadire che non vogliamo voltarci dall’altra parte, dobbiamo lavorare perché la pena di morte sia eliminata da tutti i paesi del mondo. Si tratta di una battaglia di civiltà e tutti, media compresi, dobbiamo alzare i livelli di attenzione. Anche per questo lavoriamo al fianco del movimento ‘Donna. Vita. Libertà’ che tenta con forza di raccontare ciò che sta accadendo”. L’evento fa seguito alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 7 dicembre, con cui si è preso l’impegno a “intraprendere iniziative di sensibilizzazione, anche mediante l’esposizione di idonei materiali all’esterno delle sedi consiliari, finalizzate a dimostrare la vicinanza delle istituzioni e a sostenere in modo sempre più incisivo la causa del popolo iraniano”. Presenti allo srotolamento dello striscione i consiglieri Marco Casucci, Federica Fratoni, Stefano Scaramelli, Vincenzo Ceccarelli, Francesco Torselli, Elena Meini, Silvia Noferi, Alessandro Capecchi, Massimiliano Pescini, Marco Vannucci, la presidente della Commissione Pari Opportunità Francesca Basanieri e la presidente del Parlamento regionale degli studenti Maria Vittoria D’Annunzio. Intervenuto anche Saeed, rappresentante del movimento ‘Donna. Vita. Libertà’ che ha ricordato come, purtroppo, i numeri riportati dallo striscione nell’ultimo mese siano drammaticamente aumentati: “Quattro condanne a morte sono state eseguire ufficialmente – ha detto -. Negli ultimi quattro mesi in Iran sono state uccise 520 persone nelle manifestazioni e di queste circa 70 erano minori. Inoltre almeno 20mila persone sono state arrestate e messe in carcere. Ad oggi il regime ha condannato a morte 109 persone, anche solo per aver partecipato alle manifestazioni, mentre nella zona sud-est dove vive la minoranza beluchi, si parla di decine di impiccagioni non documentate ufficialmente”. Saeed ha anche sottolineato come la lotta nata in Iran dopo la morte di Mahsa Amini sia “unica e rara nel Medio Oriente come dimensioni e durata e che essa abbia dato speranza anche alle altre popolazioni oppresse come gli afgani, i curdi e i siriani”. “Abbiamo la responsabilità di tenere alta l’attenzione – ha affermato la consigliera segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale Federica Fratoni – e di testimoniare, in forza della nostra storia e alla nostra cultura, quanto sia importante difendere i diritti e sostenere, anche a distanza, una battaglia giusta per la libertà”. Di un messaggio forte e unanime ha parlato il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli. “Tante ragazze e tanti ragazzi stanno combattendo la loro battaglia di libertà – ha detto - e noi da cittadini toscani e da rappresentanti delle istituzioni ci mettiamo al loro fianco. Credo che un segnale ancora più forte possa essere una richiesta che parta dalla Toscana di interrompere le relazioni con i paesi come l'Iran finché non arrivi un riconoscimento della libertà e dei diritti che chiedono i manifestanti”. Il vicepresidente Marco Casucci ha parlato di una presa di posizione “convinta, determinata, per chiedere stop alle esecuzioni delle pene capitali”. “Siamo qui uniti al di là dei colori, delle sigle e delle appartenenze, per dire che il popolo toscano che noi rappresentiamo è della parte delle donne dell'Iran – ha ribadito - La nostra battaglia non terminerà fino a quando non avverrà qualcosa di concreto e dovremo spingere affinché ci sia un cambiamento, ne abbiamo il dovere”.“Ci sono gesti che per noi sono normalità – ha affermato poi il consigliere Francesco Torselli - come alzarsi la mattina, scegliere quale abito indossare, come pettinarci i capelli, dove andare a scuola, chi frequentare. Ecco, da qualche parte del mondo per uno di questi gesti si rischia di essere condannati e credo che questa sia la riflessione da trasmettere oggi”. Ringraziamenti al consiglio regionale per continuare a tenere alta l'attenzione sulla situazione iraniana in cui le brutalità nei confronti di donne e uomini non accennano a diminuire, sono arrivate dalla presidente della Commissione Pari opportunità Francesca Basanieri. “Decine di comuni e provincie toscani hanno aderito alla nostra mozione, passata anche in Consiglio regionali, che denunciava questi soprusi. Insieme al Consiglio invieremo a breve all'ambasciata iraniana la lista delle amministrazioni che hanno aderito a tale mozione, per dimostrare la nostra rabbia e indignazione nei confronti di un regime che sta uccidendo senza scrupoli e senza motivo tante giovani vittime, soprattutto donne”. Infine la presidente del Parlamento regionale degli studenti, Maria Vittoria D’Annunzio, ha comunicato la decisione di invitare i rappresentanti del movimento ‘Donna. Vita. Libertà’ a una plenaria “per poter avere un momento di discussione, confronto e dialogo in modo da ampliare gli orizzonti dei ragazzi che fanno parte del parlamento degli studenti che sono 60 ma che ne rappresentano 160mila in tutta la Toscana”. Maurizio Costanzo