Strage di Viareggio, appello bis: "I dirigenti seguivano le indicazioni dei vertici"

Lo hanno sottolineato i difensori di alcuni dirigenti del gruppo Fs al processo di appello bis a Firenze

Mauro Moretti

Mauro Moretti

Firenze, 23 maggio 2022 - "I dirigenti del gruppo Fs, imputati e condannati nel processo della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, seguivano le indicazioni strategiche poste dai vertici societari, anche quelle inerenti alla scelta di noleggiare e affidare la manutenzione dei carri merci a società all'estero. Pertanto a loro carico non si possono addebitare colpe e, anche se avessero proposto soluzioni diverse o messo in guardia Fs dai rischi, le loro istanze non avrebbero avuto nessun potere di cambiare tali scelte né di impedirle". In buona sostanza è ciò che hanno sottolineato i difensori di alcuni dirigenti del gruppo Fs stamani al processo di appello bis a Firenze. In aula ha seguito la discussione l'ingegner Mauro Moretti, già ad Fs e in precedenza di Rfi, il quale nelle pause ha commentato in modo riservato coi vari legali gli interventi difensivi proposti. L'avvocato Alberto Mittone, difensore di Mario Castaldo, direttore divisione Cargo Trenitalia (6 anni di condanna nel primo appello) ha ribadito che il suo assistito, come altri dirigenti delle Fs, agiva in un sistema complesso che dava garanzie sia rispetto alle indicazioni delle agenzie sulla sicurezza ferroviaria, sia per norme e regolamenti vigenti, sia per l'organizzazione interna, sia pure per i documenti che la società esterna Gatx forniva su carri e rispettive manutenzioni.

Per Fs "si parla di una realtà complessa di 12mila dipendenti e di oltre 2 milioni di carri merci", ha evidenziato l'avvocato, "non è realistico pensare che egli sia stato informato con una struttura di questo genere e con questi numeri" e «non c'è prova che sia stato messo al corrente", "di un problema di sicurezza ferroviaria come quello di cui stiamo trattando", in particolare del cedimento dell'assile corroso a un carro del treno con gas Gpl che deragliò a Viareggio. Mittone ha indicato anche l'opportunità di "ricostruire il grado di informazioni che si sono scambiati altri, i titolari di queste informazioni interne" sul movimento dei carri.