Salute, stessi diritti. Stop medicina maschilista: farmaci e cure con tutele di genere

L’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini: "La Toscana tra le prime a lavorare su questi temi". E Silvia Franconi, farmacologa dell’Osservatorio: "Trent’anni che se ne parla, non è nella pratica corrente"

Arezzo, 24 novembre 2022 - ​La salute è donna al Forum Risk Management ad Arezzo Fiere e Congressi. La giornata di ieri era dedicata al viaggio tra le patologie femminili più diffuse. Il tutto all’interno di una settimana speciale voluta dalla Regione, quella de "La Toscana delle donne", che al Palaffari di Arezzo ha ospitato due incontri su diversità nell’assistenza, lotta al papilloma virus e tumori correlati. "Fino ad oggi - spiega Vasco Giannotti presidente del Forum - la medicina è stata molto maschilista, invece c’è una differenza di genere e la sanità deve avere cura delle differenze sia nella ricerca che nella cura e nell’assistenza. Deve aprirsi un capitolo importante dal punto di vista culturale e scientifico".

La ministra per le disabilità Alessandra Locatelli al Forum Risk Management
La ministra per le disabilità Alessandra Locatelli al Forum Risk Management

«La Toscana è stata una delle prime regioni che ha iniziato a lavorare su tutta una serie di progettualità - sottolinea l’assessore regionale alla salute Simone Bezzini - e che si è dotata di strumenti tesi a promuovere la salute e la medicina di genere. Si tratta di un tema importantissimo. Abbiamo una storia qui in Toscana. Ma l’obiettivo del convegno non era solo quello di raccontarsi e raccontare ciò che è stato fatto negli ultimi dieci anni, dopo la pandemia che ci ha spinto a concentrare le attenzioni sull’attività emergenziale. Lo scopo è anche quello di socializzare riflessioni per costruire traiettorie per il futuro".

Flavia Franconi farmacologa membro dell’Osservatorio nazionale sulla medicina di genere: "Ancora oggi nonostante trent’anni che se ne parla, la medicina di genere non è nella pratica corrente – spiega la farmacologa – pochi gli esperimenti fatti, pochissime le donne arruolate nei farmaci anti diabetici, siamo al 30%, mentre la malattia riguarda uomini e donne al 50%. Tutto ciò crea una situazione di non appropriatezza delle cure. Abbiamo presentato dati in cui dimostriamo che non possiamo studiare le donne se non consideriamo gli ormoni, dobbiamo sapere se la donna prende ormoni contracettivi o fa terapia ormonale sostitutiva perché la risposta alle terapie cambia anche in base a questo. Un argomento su cui cominciare a riflettere".

A coordinare l’incontro Monica Bettoni componente del comitato scientifico Forum Risk. "La medicina delle donne è prima di tutto una medicina della persona. Abbiamo aperto con una relazione che parla di una visione personalizzata della medicina che comprende i contesti culturali economici e sociali importanti per tutti e in modo particolare per le donne che vivono spesso in un contesto complesso e difficile. Sul tavolo le malattie virali con focus sulla medicina di genere applicata alle malattie infettive".

Nella giornata diversi interventi di rilievo come quello di Lucia Aleotti, nel board della multinazionale Menarini e vice presidente di Farmindustria: "È necessario riaprire un dialogo sulla spesa farmaceutica pubblica, concepita molti anni fa e che oggi non è in grado in di catturare la straordinaria forza innovativa dell’industria farmaceutica". "Il Covid non è finito, di questo passo avremo 30-40mila morti l’anno. È una strage silenziosa", ha affermato Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto superiore di sanità .