"Basta stragi, la morte di Luana non sia inutile"

La mamma dell’operaia stritolata dell’orditoio a Fucecchio per l’inaugurazione della statua in memoria della figlia. "Ragazzi state attenti"

La cerimonia a Fucecchio (foto Gasperini/Germogli)

La cerimonia a Fucecchio (foto Gasperini/Germogli)

Prato, 10 ottobre 2021 - "La scultura è bellissima. Ha la forma di un cuore un po’ storto. Proprio come quello che Luana lasciava sempre vicino alla sua firma. Seminava cuoricini ovunque". Emma Marrazzo prova a farsi forza. A Fucecchio, mentre si prepara a salire sul palco, cala il silenzio. Tutti in piedi, un minuto di raccoglimento e a seguire, una pioggia di applausi a incoraggiare la mamma di Luana D’Orazio. E’ commossa, mamma Emma, di fronte al monumento che da oggi porterà il nome di sua figlia, scomparsa a causa di un tragico incidente nell’azienda tessile di Montemurlo dove lavorava, lo scorso 3 maggio.

La cerimonia a Fucecchio (foto Gasperini/Germogli)
La cerimonia a Fucecchio (foto Gasperini/Germogli)

Il monumento è intitolata "Luana. Vita e lavoro" ed è un omaggio ai Caduti sul Lavoro che l’Anmil e il Comune di Fucecchio hanno inaugurato lo scorso anno. Un nome pensato e ideato dai ragazzi delle scuole che sono stati premiati per l’inventiva e l’originalità alla vigilia della 71° Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Emma Marrazzo è arrivata a Fucecchio per portare la sua testimonianza. Non si dà pace. A sostenerla c’è Alberto Orlandi, il fidanzato della figlia.

"Mi ha colpito questo invito - dice Marrazzo - Oggi il nome di Luana rimarrà nella storia. Da una parte è una cosa bella, dall’altra è tremendo. Mi auguro che tutto questo serva a fare in modo che certe morti non si verifichino più". A dare conforto a mamma Emma c’è Alessandro Grassini, il nuovo presidente regionale Anmil. "Prima di essere mamma di Luana, Emma è una persona, con la sua storia e il suo dolore - dichiara Grassini accompagnando la donna durante l’intervento rivolto ai giovani delle scuole di Fucecchio - Grazie a lei per essere qui a ricordarci che questo monumento non rappresenterà solo Luana, ma tutte le vittime del lavoro". "Siate attenti, responsabili, consapevoli e sappiate anche dire di no - aggiunge Emma Marrazzo parlando ai ragazzi - Fate dei corsi sulla sicurezza, e se vedete che qualcosa non va, denunciate. Mia figlia lo ha fatto, perché non veniva pagata. Poi ha trovato un’altra strada, che l’ha portata alla morte. Ma era una tipa combattiva. ‘Quello che è mio diritto, mi spetta e lo voglio’ mi ripeteva". Chiude gli occhi, Emma Marrazzo, e ogni tanto alza lo sguardo al cielo come a cercare Luana tra le nuvole ed il sole. "Era se stessa, anche sul lavoro. Accettava l’ordine che gli veniva dato da svolgere, ma sono certa che se si fosse accorta del rischio che correva si sarebbe fatta sentire". Quella delle morti sul lavoro è una strage continua, "ce ne sono state 6 di vittime in un giorno, di recente. Una è anche troppo - dice la Marrazzo - Colpa dei tagli della burocrazia, servono più controlli a tappeto e all’insaputa di tutti". Anche Alberto Orlandi prende la parola, rivolgendosi agli alunni premiati per il concorso. "La vita è una, a casa bisogna tornare. Pensateci sempre".

La mamma di Luana ha ancora un messaggio per i giovani: "vi dico di farvi rispettare, di far controllare i contratti di lavoro quando arriverà il vostro momento. E alle istituzioni – prosegue – chiedo di essere sempre più presenti accanto ai lavoratori, con i fatti oltre alle parole. Non si immagina il dolore che sto provando. Questa è una lotta che porterò avanti per Luana, per chi è venuto prima di mia figlia, e per chi ci sarà dopo". A concludere la cerimonia, la consegna della targa commemorativa da parte del sindaco Alessio Spinelli alla famiglia D’Orazio. "Un piccolo gesto che contiene al suo interno tanti valori importanti".