Pesci mai visti spuntano nei nostri mari: ecco le specie aliene

Sono 243 le varietà presenti nel Mediterraneo. Il 68% è ormai stabile sulle nostre coste

Il pesce scorpione

Il pesce scorpione

Roma, 21 giugno 2021 – Nei mari italiani vivono pesci e organismi alieni. Ne ha parlato anche il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, durante l'audizione del 17 giugno scorso a proposito delle iniziative dell'Unione europea in materia di cambiamenti climatici. "Tra le cinque principali cause della perdita di biodiversità – ha detto il ministro – sono annoverati i cambiamenti climatici e la presenza di specie esotiche aliene invasive. Le due cause sono indipendenti tra loro, ma possono avere una connessione". “Molte di queste specie invasive – ha sottolineato – favoriscono l'insorgenza e la diffusione di malattie infettive e costituiscono, così, una minaccia per l'uomo, la flora e la fauna selvatiche”.

Un pesce palla maculato (Ansa)

Indubbiamente, e lo dice anche Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il mar Mediterraneo è uno dei mari del mondo più impattato da specie aliene, sia per il numero, sia per la velocità d'invasione. Ma vediamo in dettaglio quali sono e come arrivano nei nostri mari.

Cosa sono

Le specie aliene, dette anche non indigene, esotiche, non native o alloctone, sono organismi animali o vegetali introdotti al di fuori del loro ambiente, anche come gameti, semi e uova, poi in grado di sopravvivere e riprodursi. Diventano invasive quando riescono ad insediarsi e a diffondersi altrove, provocando danni alla biodiversità, al funzionamento degli ecosistemi, alle attività socio-economiche o alla salute umana nelle regioni invase.

Come arrivano nei mari italiani

Le specie aliene arrivano con l'introduzione volontaria, involontaria o la migrazione. Nel caso dell'introduzione volontaria sono trasferiti da un ambiente all'altro attraverso l'acquacoltura, l'acquariofilia e l'importazione di esche vive. L'introduzione involontaria avviene attraverso il traffico marittimo e con organismi associati all'acquacoltura. Possono arrivare, infine, per migrazione, attraversando canali artificiali, quali il canale di Suez.

Crassula helmsii

Il traffico marittimo

E' tra le cause principali di introduzione e successiva diffusione di specie aliene nei mari italiani. Può avvenire tramite le acque di zavorra, utilizzate dalle navi per stabilizzare la navigazione, e attraverso il 'fouling', ossia l'insieme degli organismi incrostanti che si fissano sugli scafi. Gli organismi vengono così trasportati ad opera dell'uomo fuori dal loro habitat e se riescono a sopravvivere, possono riprodursi e diffondersi nel nuovo ambiente. La diffusione delle specie aliene è favorita in aree dove le funzioni ecologiche sono alterate da varie forme di inquinamento, come ad esempio in molte aree portuali, dalle quali possono poi essere trasfeerite e diffondersi in vari modi nelle prospicienti acque costiere.

Quante sono

Sono 243 le specie identificate nei mari italiani di cui il 68 % è ormai stabile lungo le nostre coste. Le aree considerate a maggior rischio di introduzione sono i porti e gli impianti di acquacoltura: in queste zone sono 47 le specie aliene rilevate negli ultimi anni delle quali 24 di recente introduzione. Eccone alcune.

Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)

Si riconosce dal dorso bruno-verdastro, con macchie scure e ventre chiaro. Specie originaria del Mar Rosso, è arrivata in Mediterraneo negli ultimi anni ed è stata catturata anche sull'isola di Lampedusa. Le sue carni sono altamente tossiche e perciò non vanno mangiate.

Pesce scorpione (Pterois miles)

E' una specie altamente invasiva, originaria del Mar Rosso e recentemente catturata in acque tunisine. Attenzione alle spine: sono velenose e possono causare punture molto dolorose.

Crassula helmsii

E' una pianta acquatica originaria dell’Oceania, di grande interesse per i settori florovivaistico e acquariologico. Si tratta di una specie molto invasiva, capace di proliferare anche in ambiente terrestre, che forma mantelli vegetali in grado di coprire interamente qualsiasi superficie, soffocando le piante native. Causa anche ingenti impatti economici perché impedisce la navigazione dei corsi d’acqua, la pesca e l’accesso alle sponde, ed è inserita nell’elenco delle 100 specie più invasive del mondo.

Austrominius modestus

Il suo eventuale arrivo potrebbe mettere a rischio i nostri mari. E' un piccolo crostaceo balanide marino originario dell’Oceania, in grado di incrostare le chiglie delle imbarcazioni. È una specie aliena invasiva che costituisce un serio rischio per l’ambiente marino perché è in grado di competere con successo con varie specie di invertebrati importanti per questo habitat.