L'allarme a Prato: "Siringhe vicino ai nostri bambini"

Rabbia e proteste in via Rai: "Ormai siamo assediati dai tossicodipendenti"

Una siringa in via Rai

Una siringa in via Rai

Prato, 2 settembre 2019 -  Immobili abbandonati al degrado e ai tossicodipendenti. Succede nella zona di via Rai-via del Romito, scelta come ‘base del buco’ da un gruppo di balordi. Il clima è incadescente e l’esasperazione dei residenti sale ogni giorno di più. Ci si buca praticamente ad ogni ora del giorno e della notte e poco importa se la zona è frequentata da bambini e anziani. Il gruppo di tossici già ‘noto’ in città da circa un mesetto ha preso possesso del parcheggio dell’ex supermercato Penny in via del Romito e dell’ex fabbrica Caverni. Entrambi gli immobili sono vuoti da tempo.

«Purtroppo  questi tossici, conosciuti in città e che prima stazionavano in altre zone, hanno preso possesso del parcheggio dell’ex supermercato e ora non viviamo più – si sfoga Alessandro Fazzi – Quello spazio tra l’altro era utilizzato dai nonni e dai genitori per portare i bambini a giocare a palla oppure per andare in bicicletta, adesso invece invito chiunque a non andarci più».

Anche sabato mattina intorno alle 11, durante il nostro sopralluogo, abbiamo contato almeno 10 siringhe, 5 con l’ago ancora infilato e sporco di sangue.

I residenti insieme al comitato di via Pomeria hanno iniziato una raccolta firme: «In settimana presenteremo un esposto a Comune, polizia municipale, prefettura e questura – prosegue Fazzi – La zona va messa in sicurezza. Ho paura ad uscire con mia figlia piccola: solo pochi giorni fa sotto casa avevamo tre persone che si stavano drogando e una di loro era completamente nuda. Non si possono tollerare immagini del genere davanti ai propri figli».

Lo stesso problema vale per l’ex Caverni: la fabbrica nella parte posteriore è crollata e quindi di facile accesso. Da tempo è diventata ricovero per sbandati che la sera e il giorno trovano riparo tra le mura dell’ex capannone industriale, «invadendo» la zona e facendo arrabbiare le famiglie.

Silvia Bini