"Il personale sanitario è allo stremo. La Regione non ha una strategia"

Sindacati di nuovo all’attacco per il blocco delle assunzioni dopo le parole del presidente toscano Giani

Mancano circa 400 medici in Toscana per i servizi di emergenza e pronto soccorso

Mancano circa 400 medici in Toscana per i servizi di emergenza e pronto soccorso

Firenze, 3 gennaio 2022 -  Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha rimandato la palla a Roma: "Il governo non ci ha dato le risorse necessarie ed adeguate, i 42 milioni non sono sufficienti". Il direttore generale dell’assessorato alla Sanità Federico Gelli ha fatto sapere che di fatto le assunzioni sono bloccate. La triplice sindacale toscana ha annunciato lotta di piazza come i vecchi tempi e parla di "delegittimazione del confronto tra le parti sociali che non tiene conto dello sforzo dei lavoratori della sanità ancora sotto piena pressione dal marzo 2020: lavoratrici e lavoratori che non hanno più regole contrattuali e certezze e che nonostante ciò continuano responsabilmente a sostenere ogni sforzo, con la difficoltà di credere ancora in una conduzione politica organizzata che sembra priva di un progetto". Insomma inverno caldo in Toscana. Lo scenario è disegnato dal segretario toscano della Cisl Ciro Recce: "La nostra preoccupazione maggiore oggi è per il personale della sanità, che è allo stremo: dopo due anni in questa situazione non ce la fanno più. E questo il presidente Giani e i suoi tecnici non possono non condividerlo, bilancio o non bilancio".  

Giani lamenta poche risorse da Roma "e chiede anche a noi di mobilitarci? Se questo è il punto, se dobbiamo fare una vertenza insieme per ottenere più risorse dal governo, siamo pronti a farlo. Il tempo c’è, come avvenuto lo scorso anno, per ottenere più fondi per la sanità. Lavoriamoci". Certo, continua Ciro Recce, "se fossimo stati coinvolti nella fase di elaborazione del bilancio, questo passaggio sarebbe stato più semplice, invece la scelta è stata di andare avanti da soli e di non condividere con i sindacati, con le parti sociali, le esigenze, l’impostazione e le scelte". Ma ripete il segretario toscano della Cisl "il primo punto è che si smetta di trattare chi lavora in sanità come un numero: sono persone, non ce la fanno più e per il bene di tutti, visto quanto è prezioso il loro lavoro, chi ha la responsabilità politica di guidare la Toscana deve farsi carico della loro situazione e evitare il rischio per tutti noi di non essere curati in modo adeguato".  

Sulle barricate anche la Uil toscana: "Siamo molto preoccupati del fatto che la Regione Toscana non intenda far fronte alle migliaia dì assunzioni che servirebbero a coprire i buchi nella sanità regionale" sottolinea la segretaria regionale Annalisa Nocentini. "Rompere adesso con il sindacato significa davvero non avere una visione strategica né nel lungo né nel breve periodo. Se c’è un problema di ricorse, il presidente Giani fa bene a denunciarlo al governo. Temiamo tuttavia che, dopo due anni di pandemia e per come è stata gestita la sanità regionale, pare proprio che il problema delle assunzioni sia più ampio e strutturale, e non riguardi soltanto le risorse" conclude la segretaria generale Uil Toscana.

L.C.