Cimitero del Laterino, esposto sul nuovo forno crematorio

E’ stato presentato da un cittadino con 15 allegati. La Società Silve: "Abbiamo tutte le autorizzazioni"

L'ingresso del cimitero del Laterino

L'ingresso del cimitero del Laterino

Siena, 6 settembre 2021 - Nuovo forno crematorio al cimitero del Laterino, inizia la battaglia. Un braccio di ferro fra cittadini, che già da tempo si sono mobilitati, ed un’opera che fa loro paura sotto il profilo ambientale (e dunque per le eventuali ricadute sulla salute) stante le potenzialità dell’impianto. Perché qui non saranno cremate soltanto le salme senesi ma anche di altre province. C’è già stata una raccolta di firme, nell’ultimo anno, per chiedere al Comune di spostare l’impianto, declinando le presunte criticità. Sabato è stata creata una pagina Facebook dedicata al problema, come fa sapere Eugenio Neri che è sceso in campo sottolineando tra l’altro "che una volta costruito non si fermerà". "No all’industria crematoria in città – si legge invece nella presentazione della pagina social –; il profilo è stato creato per far conoscere il progetto di ampliamento del forno del Laterino che potrebbe raggiungere il numero di 1700 cremazioni ogni anno". Ma c’è di più. Lo svela sempre Neri, docente universitario, chirurgo delle Scotte che aveva sfidato nella corsa a sindaco Bruno Valentini nel 2013. E’ stato presentato un esposto alla procura da un senese che abita vicino al Laterino. Depositato prima dell’estate, conta ben 15 allegati ed un ricco approfondimento tecnico. C’è da scommettere che della materia – si chiedono verifiche, in primis, sul nuovo forno sotto il profilo ambientale – si occuperanno per competenza i carabinieri forestali. Svolgendo accertamenti sull’impianto, su caratteristiche e autorizzazioni. "C’è un esposto – scrive Neri sul profilo Facebook – ma è necessario sensibilizzare tutti: famiglie che fino ad ora, come me, ignoravano l’impatto della struttura, quartieri e Contrade che insistono nella zona. Ci sono qui una scuola, un asilo, un ricovero per anziani, una facoltà universitaria, giardini pubblici, alberghi e case". L’opposizione al maxi-forno non è preconcetta. "Quello che lascia perplessi è che questa piccola industria crematoria sia in centro città. Perché non aver pensato ad un luogo diverso, immerso magari in un ambiente non antropizzato dove dare l’addio ad un congiunto appaia meno simile ad uno ’smaltimento’". E conclude: "Lo dico da cittadino ma anche da medico, i rischi per la salute vanno sempre considerati anche in previsione di eventuali malfunzionamenti".

«I lavori al nuovo forno crematorio al Laterino – spiega l’amministratore della ’Silve’ di Firenze Giacomo Rossi – sono iniziati e contiamo di ultimarli fra fine 2021 e l’inizio del prossimo anno. Nel progetto è anche prevista la costruzione di ossari, circa 500, e cinerari per sopperire alla cronica carenza di sepolture che ci sono nei cimiteri a Siena. Sarà possibile costruirli attraverso gli incassi della cremazione e dei servizi cimiteriali". Rossi non sapeva della presentazione di un esposto. "Posso solo dire che l’autorità competente, la Regione, ha rilasciato l’autorizzazione unica ambientale (Aua) che valuta i problemi che può presentare un forno crematorio ma anche, dal punto di vista delle emissioni, per esempio una caldaia. Pone dei limiti emissivi ai quali dobbiamo attenerci. Chi doveva concedere altri permessi, al di là del Comune, li ha dati. Sinceramente non capisco dove sia il problema, tutto è in regola". Si sofferma poi sul fatto che ci saranno cremazioni da fuori territorio: "Se ci limitassimo solo ai senesi sarebbe impossibile fermarci a una tariffa di 290 euro più iva per i residenti che salgono a 499, a cui aggiungere sempre l’iva, per gli extra comune. Sinceramente sono rimasto sorpreso delle proteste, l’impianto non inquina, siamo alla stregua di una caldaia che riscalda sei appartamenti"