La sicurezza nel baratro. "Controllare tutti i ponti? Serviranno dieci anni"

Tagli alle risorse e pochi tecnici a cui affidarsi: Province senza armi. Lorenzetti (Upi Toscana): "Tante promesse, ma siamo senza personale"

Firenze, 4 dicembre 2022 - "Per fare bene e in fretta la manutenzione dei ponti e delle strade provinciali servirebbe un aumento importante degli organici: avremmo bisogno più o meno del doppio di geologi, ingegneri e amministrativi dedicati". A dirlo è Gianni Lorenzetti, presidente di Upi Toscana, l’unione delle Province, dopo l’allarme suscitato dal crollo del ponte di Monteverdi Marittimo, di competenza della Provincia di Pisa. D’altronde, nonostante la riduzione di ruolo e organici legata alla riforma Delrio, le Province hanno mantenuto un ruolo cruciale in due settori: le infrastrutture stradali e gli edifici scolastici. Relativamente alle strade, in Toscana gestiscono la manutenzione di oltre 8.200 chilometri di provinciali e 700 chil ometri di arterie regionali (considerando a parte la Fi-Pi-Li). In più, devono assicurare l’efficienza e la sicurezza di circa 4.000 ponti e viadotti (altri, ma in numero minore, spettano a Comuni, Anas, Regione e Società autostrade).

Lorenzetti, come stanno i ponti toscani?

"Come in tutta Italia, la maggior parte è degli anni ’60 o antecedente e il cemento armato ha una durata di circa 100 anni. Per questo è essenziale la manutenzione, che magari consiste nella semplice copertura del ferro, ma che va fatta".

Avete 4.000 ponti da controllare e sistemare: ce la fate?

"Ce la facciamo, ma con tempi lunghi. Con gli attuali stanziamenti, ma soprattutto con la carenza di personale che ci caratterizza, abbiamo stimato in circa 10 anni il tempo per le manutenzioni di tutti i ponti toscani di nostra competenza".

Da cosa nasce questo calcolo ?

"Nel 2018, dopo la tragedia del Ponte Morandi, venne sottoscritta un’intesa tra Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Upi e Anci, per implementare il monitoraggio delle opere di attraversamento viario. Ci vennero chieste delle verifiche preliminari e mandammo subito un report a Roma. Si trattò di un’indagine fatta in tempi lampo. Da allora sono stati stanziati fondi anche importanti, ma senza considerare che una macchina ferma da anni ha bisogno di risorse umane e strutture. Ci sono province che hanno due soli ingegneri. Ai dipendenti va il mio plauso, perché fanno l’impossibile, ma i tempi si allungano".

Di quante risorse parliamo?

"Le risorse statali per i ponti assegnati alle province toscane sono di oltre 116 milioni di euro per il 2021-2023 e di quasi 142 milioni per il 2024-2029. La somma maggiore è stata assegnata alla Città Metropolitana di Firenze con circa 39 milioni. Sono cifre importanti, ma che bisogna inquadrare nel contesto generale. Nel 2021, a fronte di 128 milioni di euro di contributi statali dati alle Province, ne sono stati tagliati 243: in pratica, rispetto al passato, si tratta di 115 milioni di euro in meno, solo in piccola parte compensati dai 6,2 milioni aggiunti con l’ultima legge di bilancio. Ma il fronte più grave, ripeto, è il personale: prima della riforma Delrio nelle Province toscane, Firenze esclusa, lavoravano 3.700 persone, ora siamo a 1.419. Purtroppo si agisce sempre sull’onda dell’emozione, in emergenza, senza poi programmare in modo strutturale".