Lavoro, "A 50 anni lascio un posto sicuro per inseguire un sogno"

La storia di Simona Bellucci, fiorentina, da tassista ad artista. Una decisione maturata durante il lockdown

L'artista fiorentina Simona Bellucci. Nome d'arte Oniricalliope

L'artista fiorentina Simona Bellucci. Nome d'arte Oniricalliope

Firenze, 20 luglio 2022 – La pandemia ci ha cambiati. Lo dicono anche le statistiche e quanto sta accadendo sul mercato del lavoro, con il personale che non si trova, è una conferma ulteriore. Oggi c'è chi gira il mondo lavorando in smart working da una spiaggia e c'è chi, libero professionista, ha scelto un posto impiegatizio dal lunedì al venerdì per riuscire a dedicarsi alle proprie passioni durante i weekend. E poi c'è lei, Simona Bellucci, 50 anni compiuti da poco, che ha lasciato “una grande strada per percorrere un sentiero”.

Simona ha fatto la tassista per 12 anni a Firenze. Faceva i turni di notte, ma non le pesava. “Mi piace ascoltare le persone, conoscere le loro storie. È un lavoro sempre diverso, non sai mai chi sale a bordo e dove ti porta la corsa”, dice. Poi, quello che è ritenuto da tutti un posto sicuro, ha iniziato a starle stretto. “Durante il lockdown il lavoro non c'era – racconta – e mi sono messa a pensare, a riflettere sulla mia vita e sui miei sogni, a dove vorrei essere tra qualche anno”. “Qui è maturata la mia scelta: abbandonare il lavoro che avevo, e che nel frattempo ora, con il ritorno dei turisti, è ripreso, per inseguire la mia passione. Adoro i mercatini vintage – dice Simona - e sono sempre andata in cerca di cornici usurate, vecchie stampe, piattini spaiati che sono diventati il mezzo per raccontare nuove storie. Io la chiamo 'chirurgia poetica'. Intervengo mantenendo intatta la natura dell'oggetto, la sua storia, i suoi anni e perfino i suoi difetti. Personaggi che nascono separati, finiscono uniti per sempre”.

Così è nata Oniricalliope, il nome d'arte di Simona. Fatti a mano con la tecnica del decoupage e della vetrificazione, l'ex tassista rianima oggetti già ricchi di una loro bellezza, con un mood nuovo, adatto ad arredare pareti di ambienti dal carattere particolare. “Tutto quello che faccio, lo faccio con l'anima. Il risultato sono pezzi unici. Si possono ripetere i soggetti, ma alla fine piatti e storia saranno sempre diversi e avere un'opera che è solo tua è un valore che contraddistingue nella moltitudine di cose uguali”. “Mi piace quello che faccio e continuano a non mancarmi i sogni da inseguire. Vorrei tanto – conclude – riuscire a trovare un laboratorio tutto mio, non un negozio, ma una bottega tipo quelle da falegname, dove le persone possano venire a trovarmi, a parlare, a raccontare storie e a vedere quello che racconto io attraverso le mie creazioni”.