Scuola, i presidi non ci stanno: "Sabato senza lezioni? Alla fine pagano gli studenti"

Alessandro Artini (presidente regionale Associazione Presidi): "La scelta non mi convince. Troppi istituti sprovvisti di energia pulita. Anni fa chiesi di mettere dei pannelli fotovoltaici. Sto aspettando..."

Si torna a scuola

Si torna a scuola

Firenze, 13 settembre 2022 - Chiudere il sabato per risparmiare energia. Ha deciso di farlo il professionale Einaudi di Pistoia. Ma si tratta di mosche bianche. "Non mi stupisce leggere che era già stato deciso lo scorso anno - osserva Alessandro Artini, presidente regionale Associazione nazionale presidi -. Simili decisioni hanno bisogno di tempo. Non si può all’improvviso riorganizzare una scuola. Ad esempio, l’Itis Galilei di Arezzo, dove son stato preside fino al mio pensionamento, continua a fare lezione sui sei giorni". Ad Arezzo, la stragrande maggioranza delle superiori è aperta anche il sabato. Discorso diverso per Firenze, dove in sostanza solo i licei hanno l’orario spalmato su sei giorni. Per il resto, da anni tecnici e professionali hanno optato per la settimana corta. Idem per le secondarie di primo grado, dove il sabato libero è realtà da tempo.

Conosce istituti che hanno raccolto l’invito emerso da più parti di chiudere il sabato per risparmiare energia?

"Onestamente no. Ripeto che un’eventuale chiusura il sabato si sarebbe dovuta decidere lo scorso anno scolastico. Le stime a livello nazionale ci dicono che, per quanto riguarda il ciclo primario, la metà delle scuole fa la settimana corta. Un po’ inferiore la percentuale per quanto riguarda le superiori".

Che ne pensa dell’invito ad optare per la settimana corta?

"Una proposta che mi convince solo parzialmente. Ad esempio ai tecnici, chiudere il sabato comporterebbe aprire un paio di pomeriggi a settimana. A meno che non si voglia fare un giorno di Dad… Mi domando dunque dove sarebbe il risparmio. E poi a mio avviso le scuole non dovrebbero essere tra le prime a dare il loro contributo in caso di necessità inderogabile di risparmiare energia. Non si può sempre e solo parlare di costi quando si parla di formazione dei ragazzi. Poi, ovvio, in caso di forti difficoltà sarei il primo a parlare con gli alunni per cercare di dar loro anche un insegnamento di educazione civica. Ma non possono essere ancora una volta i giovani a pagare per le scelte non fatte". Gli edifici scolastici provvisti di pannelli fotovoltaici sono pochissimi…

"E’ questo quel che volevo dire. Quando ero dirigente al Buonarroti-Fossombroni, 15 anni fa, chiesi l’installazione dei pannelli su quel tetto, completamente piatto. La Provincia però non ne fece di nulla…. E adesso si parla di chiudere le scuole? No, c’è qualcosa che non torna".

Non resta che sperare in un inverno mite, altrimenti tra termosifoni abbassati di un grado e finestre aperte gli studenti dovranno munirsi di coperte…

"La mia oramai ex scuola, il Galilei, sta completando l’installazione di apparecchi che ricambiano e purificano l’aria. Ho deciso io di procedere in questa direzione grazie all’incontro con l’ingegner Giorgio Buonanno, docente all’Ateneo di Cassino. Fu lui a convincerci della bontà della proposta, realizzata poi insieme ad un’azienda aretina. So però che siamo tra i pochi ad aver avviato un investimento simile. Pertanto, sì, l’inverno, se sarà rigido, sarà molto duro nelle scuole".