Benzinai, avvisi alla clientela per spiegare la ragioni dello sciopero

Faib Confesercenti: “Non vogliamo più passare per speculatori e furbetti”

Nicola Piacquadio, gestore di impianti e rappresentante di Confesercenti

Nicola Piacquadio, gestore di impianti e rappresentante di Confesercenti

Firenze, 23 gennaio 2023 – E' ancora scontro tra governo e benzinai, che anche in Toscana hanno confermato lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Quelli che aderiscono allo stop (secondo le attese saranno quasi la totalità) esporranno un avviso alla clientela, preparato dalle sigle che hanno proclamato lo sciopero, cioè Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Anisa Confcommercio. “Chiuso per sciopero – si legge nell'avviso – per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori” e “per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti”.

“Non vogliamo più passare per speculatori e furbetti, quando i nostri prezzi alla pompa non vengono certo decisi a piacere del gestore. Speculatori e furbetti da controllare da parte del governo con assurdi cartelli, gli ennesimi, e sanzioni spropositate per aumenti che sono chiaramente legati solo al ritorno delle accise. Per questo scioperiamo, sperando – è il commento del presidente di Faib Confesercenti Toscana, Marco Princi - che i consumatori capiscano che noi siamo dalla loro stessa parte della barricata”.

“L’introduzione del cartello del prezzo medio introdotto a seguito delle polemiche seguite alla reintroduzione delle accise - sottolineano il presidente di Faib Confesercenti Prato Nicola Piacquadio e il coordinatore sindacale Lucia Nocentini - è un adempimento aggiuntivo ai tanti altri; ricordiamo che oggi il gestore ha una decina di adempimenti fiscali ed amministrativi, dalla comunicazione prezzi alla trasmissione telematica dei corrispettivi, dalla bollatura degli erogatori all’esposizione dei prezzi sulle carreggiate sugli impianti fino all’esposizione dei differenziali, alla fattura elettronica. Dunque, nessuna contrarietà alla trasparenza, a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni”. “Forse - concludono i due rappresentanti – sarà bene anche ricordare di quali mirabolanti guadagni stiamo parlando per i gestori. Su un rifornimento di 20 euro, 11,72 euro, pari al 59%, vanno allo Stato, 7,9, pari al 39%, vanno alle compagnie petrolifere ed infine 0,38 lordi, pari al 2%, al gestore”.