Cava chiusa, posti di lavoro in bilico. È braccio di ferro sui gessi rossi

Il caso di Montioni a Scarlino: la Venator scrive ai dipendenti e contesta i risultati che hanno portato allo stop

I sopralluoghi all’ex cava di Montioni a Scarlino, nel Grossetano

I sopralluoghi all’ex cava di Montioni a Scarlino, nel Grossetano

Firenze, 1 giugno 2022 - La diffida della Regione Toscana dopo le indagini della procura blocca l’ex cava di Montioni nel Comune di Scarlino mettendo uno stop al momento sine die ai gessi rossi. La Venator che impiega direttamente circa 400 dipendenti e indirettamente riguarda oltre mille posti di lavoro, non ci sta. Ieri l’azienda ha scritto una lettera ai propri dipendenti. "Abbiamo deciso di continuare a mantenere operativo il sito su due linee produttive, a 2/3 della capacità normale, utilizzando la nostra discarica in loco". E ancora: "Il senior management di Venator continua a fare ogni sforzo possibile per incontrare la Regione. Siamo disponibili e pronti a incontrare la Regione per continuare il dialogo e sviluppare soluzioni a breve e lungo termine per il gesso. Crediamo fermamente che sia necessario un incontro con la Regione e gli altri principali stakeholder per garantire il futuro del sito di Scarlino".

La lettera della Venator ai lavoratori

Nei giorni scorsi tra Provincia di Grosseto, sindaci dell’area, vertici Venator, Rsu e sindacati è emersa la necessità di attivare un tavolo regionale coordinato direttamente dal presidente Giani. Gli assessori Monia Monni e Leonardo Marras hanno incontrato anche i sindacati: "La vicenda che ha investito la Venator di Scarlino - commentano gli assessori - desta grande preoccupazione, ma garantiamo che la Regione seguirà con grande attenzione, rigore e responsabilità tutti gli sviluppi. Quello che è chiaro è che una situazione così complessa non può ricadere sui lavoratori - aggiungono Monni e Marras -. Per questo ci aspettiamo che la società si faccia carico del peso di questa fase anziché annunciare il ricorso agli ammortizzatori sociali, perché la soluzione passa da una stagione di investimenti in ricerca di qualità ambientale".

Venator da parte sua, anche nella lettera inviata ai lavoratori, sottolinea che "la diffida inviata dalla Regione cita alcune conclusioni tecniche che sono le stesse incluse nella relazione preparata per la Procura, che ci trovano in forte disaccordo. Siamo certi che l’utilizzo del gesso a Montioni avvenga nel pieno rispetto di tutte le autorizzazioni". E fa sapere che nell’ultimo anno Venator ha lavorato con esperti tecnici indipendenti per ribadire che il gesso è sicuro.

Un anno fa la Commissione parlamentare accendeva i riflettori sul caso gessi rossi denunciando tra le altre cose l’inquinamento ambientale e il mancato rispetto delle normative. Nel frattempo cosa è successo? Si è perso tempo? Si è inviata la diffida regionale solo quando non si poteva più farne a meno? "I cittadini non devono mai essere posti davanti alla scelta tra la tutela di salute e ambiente, e lo stipendio. Nella drammatica vicenda della Venator di Scarlino, purtroppo si sta andando in questa direzione" dicono il senatore di FdI Patrizio La Pietra e il gruppo consiliare toscano di FdI.