Sassicaia, l'enologo: "Ecco come si riconosce un vino falso"

Carlo Ferrini, enologo fiorentino: "I vini contaffatti non sono pericolosi per la salute. La frode sta nel prezzo della bottiglia"

L'enologo Carlo Ferrini

L'enologo Carlo Ferrini

Firenze, 14 ottobre 2020 - “Alla salute non fa male. Al portafoglio semmai sì”. Sorride e scherza Carlo Ferrini, 65 anni, fiorentino, uno degli enologi-principi del Vigneto Italia, con un carnet di consulenze e vini famosi e premiati dalle Alpi alla Sicilia.

Ma davvero non sono pericolosi questi vini contraffatti, Ferrini?

“No, un ragionamento logico ti fa pensare che si falsifica la bottiglia, l’etichetta, il tappo, la capsula. Ma il contenuto del falso Sassicaia, come del falso Brunello o di qualunque vino contraffatto è un vino normalissimo, tranquillo, che costa pochi euro. Ma non fa male”.

E allora dove sta la frode?

“Semplice: non è un vino di quelle vigne, di quelle uve. E quindi fa male al portafoglio, paghi centinaia di euro per una bottiglia che contiene un vinello banale al posto del Sassicaia, come in questo caso, o di un’altra denominazione, era già successo con il Brunello. Che era falso Brunello, ma non vino dannoso per la salute. Frode in commercio”.

Ma come si fa a riconoscerlo, quel contenuto falso?

“Per noi addetti ai lavori è semplice. Per il consumatore, quello normale che compra la bottiglia per una cena con gli amici in allegria, se chi truffa ci sa fare comincia a essere un problema identificarlo davvero, Però intendiamoci, se dentro quella bottiglia c’è un vinello davvero basico, se ne accorge chiunque, non è un problema di difetti, è davvero diverso. Insomma, alla fine chiunque capisce se nel cofano di un’Audi c’è il motore di una Panda…”.

Ma come si fa a evitare che accada?

“Le grandi maison in genere usano stratagemmi come quelli che si usano per le banconote e le carte di credito, la filigrana o il chip in etichetta. E in questo modo dovrebbero avere la possibilità di individuare e tracciare tutte le partite, e capire dove vanno. Però si continuano a falsificare anche le banconote…”.