Il raggiro della santona: "Guarirò io tuo nipote"

Una nonna le versò quasi 22mila euro per dei rituali che avrebbero curato il ragazzo. Lei l’aveva convinta spendendo il nome di un famoso parroco. Ora il processo

Le indagini sono state effettuate dai carabinieri

Le indagini sono state effettuate dai carabinieri

Firenze, 15 gennaio 2021 - «Tuo nipote potrà guarire grazie a me". La nonna ci ha creduto, e per misteriosi riti che avrebbero dovuto risolvere il problema della crescita del ragazzino, si rovinò. Le versò, a più riprese, un totale di quasi 22mila euro, e quando la donna non aveva più risparmi da consegnarle, le pressioni della "santona" furono tali da convincere la povera donna a pagare un prestito in banca che ella aveva già acceso. Tutto questo è durato fino a quando la vittima non si confidò con un’amica, che le aprì gli occhi e, con l’aiuto di un legale, l’avvocato Paolo Ghetti, sporse denuncia. Oggi, la ’maga’, Antonietta F., 68 anni, residente nel Comune di Impruneta, è a processo per truffa. Per convincere la vittima della "bontà" dei suoi rituali, spese pure il nome del parroco di Impruneta, don Luigi Oropallo. Non era vero, così come quelle rate, in contanti, versate tra il marzo del 2015 e il giugno del 2017, difficilmente avrebbero potuto risolvere il ritardo nello sviluppo dell’adorato nipotino. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Vito Bertoni, la guaritrice si sarebbe approfittata anche dell’età della donna, ultrasessantenne, e delle sue condizioni di particolare angoscia derivate dal problema di salute del nipote.  

Secondo chi ha presentato la querela da cui si è innescata l’indagine, condotta dal luogotenente della stazione dei carabinieri Firenze-Pitti, Eugenio Delfino, la 68enne e la santona si sarebbero conosciute casualmente dal parrucchiere. Lì, stando a quanto denunciato, la guaritrice avrebbe avuto modo di vedere anche il ragazzino, e la donna le confidò le sue preoccupazione per la sua crescita. Nacque un’amicizia tra le due donne, in considerazione anche del fatto che la santona eseguiva dei massaggi a casa. Nel corso di una di queste sedute, la donna tornò a manifestare la sua ansia per la crescita del nipotino. La ’maga’ le consigliò di rivolgersi al parroco del santuario di Santa Maria dell’Impruneta, candidandosi come "intermediaria" per accedere alle cure religiose del sacerdote. In realtà, lei il prete non lo conosceva nemmeno, ma in quel momento la 68enne non poteva saperlo. E con in testa soltanto la salute del suo nipotino, accettò di iniziare una "terapia" fatta di rituali religiosi, ai quali avrebbe partecipato anche una certa ’Franca’ (in realtà mai identificata). In cosa consisteva il rituale? Doveva accendere dei lumini, in più parti della casa, e irrorare acqua "benedetta" a determinati orari. Il costo di queste operazioni variava: da due, trecento euro al mese, fino anche a seicento.

Soldi che la donna portava puntualmente a casa di Antonietta F. o presso la villa in cui lavorava come babysitter. Ma alla lunga, i pagamenti erano diventati insostenibili. Esauriti i propri risparmi, la donna si era ridotta a far la ’cresta’ all’insaputa della famiglia, sulle spese domestiche, perché non aveva mai parlato con nessuno di questi rituali. Provò a dire alla santona che non le avrebbe più dato soldi, ma ella le avrebbe risposto che interrompendo i pagamenti, si sarebbero interrotti anche i benefici ottenuti e si sarebbero compromesse irrimediabilmente le condizioni di salute del nipote. Un’amica comune, si prese la briga di telefonare alla santona, ma per tutta risposta questa avrebbe ritelefonato alla 68enne invitandola a non frequentarla più perché "deleteria". Ma alla fine, l’amica riuscì a convincerla a non sottostare più al ricatto e denunciare. La donna è anche una delle testimoni del processo che riprenderà a giugno davanti al giudice Bonelli.