Sanità, a Careggi arriva il luminare di Birmingham

L'arrivo del luminare Muiesan a Firenze ha fatto nascere il timore che si voglia "scippare" il centro trapianti del fegato a Pisa, ma è un'ipotesi improbabile

Rocco Damone, direttore generale dell’Azienda ospedaliera e universitaria di Careggi

Rocco Damone, direttore generale dell’Azienda ospedaliera e universitaria di Careggi

Firenze, 3 gennaio 2019 - Il timore che Firenze voglia portare via a Pisa il Centro di trapianti del fegato nasce dall’arrivo del luminare Paolo Muiesan che dal primo dicembre ha preso il posto del prorettore Paolo Bechi – uscito per pensionamento – alla guida della Chirurgia generale di Careggi. Muiesan è uno degli assi internazionali della chirurgia epatobiliare che ha lavorato al Queen Elizabeth Hospital di Birmingham dove continuerà a operare una settimana al mese i casi più complessi che arrivano da tutto il mondo. In realtà il rischio che Careggi voglia realizzare un centro trapianti è abbastanza remoto se non improbabile.

Tra l’altro l’unità operativa di Chirurgia epatica e trapianti di fegato di Cisanello, diretta da Paolo De Simone, nell’ultimo anno ha raggiunto risultati molto significativi, sia in termini numerici, sia in termini di qualità, riuscendo a eguagliare il centro delle Molinette di Torino (il top in Italia) per esiti a cinque anni dall’intervento. Anche se il direttore generale del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, un anno e mezzo fa aveva scritto una lettera all’assessore regionale Saccardi lamentando punti di criticità sul centro toscano. Intanto sarà convocata a breve una prima riunione urgente per fare il punto verso la riorganizzazione dell’intero sistema trapianti in Toscana che prevede l’integrazione dei centri d’eccellenza nell’ottica della rete di servizi. Tutto questo per ottimizzare al massimo le competenze e le professionalità presenti nel sistema regionale e per evitare duplicazioni inutili e anche potenzialmente dannose. Nel giro di pochi giorni il governatore toscano Enrico Rossi e l’assessore Saccardi chiameranno i direttori generali delle tre aziende ospedaliero universitarie e i rettori delle tre Università per avviare il discorso.

Ma che Firenze non abbia alcuna intenzione di scippare il centro trapianti di fegato a Pisa è confermato anche dal direttore generale di Careggi: "A parte che le guerre di campanile non hanno mai portato nulla di buono – dice Rocco Damone – posso dire che Careggi non ha chiesto alcuna autorizzazione al Centro nazionale trapianti. La nostra ottica è quella della collaborazione per migliorare i servizi del sistema sanitario regionale". Punto.

Si rischia una discussione sul nulla. O una nuova battaglia fratricida, dopo quella combattuta tra l’Ospedale del Cuore Pasquinucci di Massa (sostenuta da Pisa) e il Meyer di Firenze per la cardiochirurgia pediatrica rimasta poi alla Fondazione Monasterio.