Firenze, reliquia di San Giovanni Battista riscoperta dopo secoli

Il cardinale Betori ha benedetto la reliquia durante la celebrazione della solennità di San Giovanni Battista. Sarà esposta ai fedeli e rimarrà nella Cattedrale in un antico reliquiario del XIX secolo, dono di un devoto

La reliquia ritrovata

La reliquia ritrovata

Firenze, 24 giugno 2021 - Era appartenuta all'Imperatore bizantino Giovanni VI Cantacuzeno e poi a un membro della nobile famiglia fiorentina dei Torrigiani. Fu poi donata nel 1394 all'Arte di Calimala per il Battistero di Firenze: è stata ritrovata dopo secoli la preziosa reliquia di San Giovanni Battista nel Reliquiario di San Simeone Stilita, contente altri 11 frammenti ossei di santi, nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze. Stamani la benedizione dell’arcivescovo Betori durante la celebrazione della solennità di San Giovanni Battista nella Cattedrale di Firenze. La reliquia sarà esposta ai fedeli e rimarrà nella Cattedrale in un antico reliquiario del XIX secolo, dono di un devoto.Ritrovata dopo secoli una preziosa reliquia di San Giovanni Battista nel Reliquiario di San Simeone Stilita, contente altri 11 frammenti ossei di santi, nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze. La reliquia è esposta ai fedeli in duomo quest'oggi, in occasione della festa del santo patrono di Firenze. Rimarrà poi conservata in Cattedrale in un antico reliquiario del XIX secolo, dono di un devoto.

La scoperta

La scoperta si deve ad Alessandro Bicchi (VIDEO), diacono della Cattedrale e vicedirettore dell'Ufficio Diocesano per l'Arte Sacra e per i Beni Culturali Ecclesiastici, che da anni studia le reliquie della Cattedrale di Firenze, in particolare quelle provenienti dall'Oriente, i cui risultati saranno presentati in un libro scritto con un altro autore e di prossima pubblicazione.

La reliquia, un osso del collo del Battista, apparteneva all’Imperatore bizantino Giovanni VI Cantacuzeno (1292 - 1383). Costretto ad abdicare e a farsi monaco nel 1357, la reliquia del Battista insieme a quelle di altri santi passarono nelle disponibilità del nobile fiorentino Antonio di Pietro Torrigiani, per anni collaboratore dell'Imperatore. Parte di queste reliquie furono poi vendute dal Torrigiani all'Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena. Dopo la morte del nobile fiorentino, la vedova veneziana Nicoletta Grioni donò nel 1394 le reliquie rimaste in suo possesso, tra cui questa del Battista, all'Arte di Calimala per il Battistero di Firenze, dove rimasero  fino  al 1700. L'insigne reliquia del Battista era sicuramente custodita in un suo reliquiario andato perduto nel XVI secolo, forse fuso o danneggiato dall’alluvione del 1557, e poi inserita nel Reliquiario di San Simeone Stilita del XIV –XV secolo  insieme agli altri sacri frammenti. Nel 2019, l'Opera di Santa Maria del Fiore in seguito a una vasta campagna di restauri che ha interessato le opere del Museo dell'Opera del Duomo, ha affidato all’Opificio delle Pietre Dure il restauro delle oreficerie tra cui il Reliquiario di San Simeone Stilita. A conclusione del restauro, l’arcivescovo Betori ha chiesto all'Opera di poter prelevare la reliquia del Battista per poterla studiare e avere finalmente la certezza che si trattasse di quella del Patrono di Firenze, ricordata negli antichi documenti, come ipotizzato dal diacono Bicchi. La presenza delle iniziali del santo, scritte in caratteri greci direttamente sull’osso con inchiostro nero, e una minuta iscrizione in greco antico incisa sul castone di argento dorato, posto al vertice della vertebra, con su scritto, tradotto in italiano: “Reliquia San Giovanni Precursore”, hanno confermato che si tratta proprio della reliquia del Battista giunta da Costantinopoli.

Le parole del cardinale Betori

PARLA IL CARDINALE BETORI (video)

“Questo ritrovamento toglie dall’oblio e restituisce alla conoscenza e al culto dei fedeli della Chiesa cattolica una insigne reliquia del Battista - afferma l’Arcivescovo -  segnatamente alla venerazione dei fedeli appartenenti alle chiese sorelle d'Oriente, che con entusiasmo visitano il Duomo e le altre chiese fiorentine per rendere omaggio alle numerose memorie della Chiesa indivisa e per ammirare le innumerevoli opere d'arte che la cultura cristiana nei secoli ha prodotto”. “Porsi alla ricerca di una reliquia puó sembrare anacronistico o apparire soltanto una curiosità  finalizzata all'acquisizione, attraverso antichi documenti, di dati storici o al recupero di un reperto antropologico, spiega diacono Alessandro Bicchi. Ma onorare il corpo dei santi o parte di essi ricorda a noi come, pur nella fragilità umana,questi hanno testimoniato in modo eccezionale la forza e la tenerezza dell'appartenenza a Cristo. La reliquia offre al fedele la possibilità di entrare in contatto col santo venerato e invocato, rendendo percepibile la misteriosa potenza del sacro”.