Rsa in Toscana, ristori per 4,7 milioni: "La Regione fa la sua parte"

Anziani non autosufficienti ospiti delle strutture: si arriva a 54 euro al giorno

Il governatore Eugenio Giani

Il governatore Eugenio Giani

Firenze, 25 gennaio 2023 - Scattano le misure della Regione Toscana a favore delle Rsa. Ma per l’opposizione sono insufficienti. Due i provvedimenti varati dalla giunta in questi giorni per le residenze sanitarie assistenziali: da un lato, ulteriori ristori per 4,7 milioni di euro, finanziati con fondi del bilancio regionale per le spese legate al Covid; dall’altro l’aumento della quota sanitaria a 54 euro al giorno rispetto ai 53,32 attuali, con un incremento di 0,68 centesimi.

Per il primo punto, con una delibera presentata dall’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, è stata riconosciuta, per il periodo dal 1° gennaio al 30 giugno 2023, una quota integrativa giornaliera alle Rsa pari a 2,50 euro per ogni posto letto convenzionato. Queste risorse dovrebbero coprire i costi ancora necessari per il Covid, fra sanificazione degli ambienti e dispositivi di protezione.

"La Regione continua a fare la propria parte – ha detto il governatore, Eugenio Giani –. Con questo provvedimento sosteniamo ancora un settore che ha sofferto molto e che sta subendo l’aumento dei costi e il caro energia". "Per le Rsa – ha commentato l’assessora Spinelli – la Regione ha erogato, nel 2020-22, ristori straordinari per oltre 55 milioni, in aggiunta ai 206 milioni annui per le quote sanitarie. Ora riattiviamo i contributi fino a giugno. È bene ribadire che dal livello nazionale, con gli ultimi "decreti aiuti", non sono arrivate risorse per le Rsa". A undici anni dall’ultimo adeguamento, è appena aumentata di 68 centesimi, al giorno, a persona, anche la quota sanitaria a carico del Sistema sanitario regionale a favore degli ospiti non autosufficienti delle Rsa. Il totale delle nuove risorse messe a disposizione delle tre Aziende sanitarie ammonta in questo caso a 2,63 milioni di euro.

Tutti soddisfatti dunque? Decisamente no. Il consigliere Giovanni Galli (Lega) che in questi mesi si è fatto più volte portavoce del malcontento dei gestori e delle loro iniziative di protesta, punta il dito sull’esiguità delle due misure. "Sono indignato – spiega – perché è assurdo che dopo undici anni e in una situazione drammatica come quella attuale si sia stabilito un aumento di appena 0,68 euro. Le Rsa saranno costrette, come annunciato, ad aumentare la quota sociale, con ricadute pesantissime sulle famiglie. Vedremo tanti anziani rientrare a casa. Anche i 4,7 milioni di ristori sono insufficienti, soprattutto considerando che le Rsa attendevano 40 milioni di euro stanziati nel 2022 e poi non utilizzati. Aspetteremo il bilancio per capire a cosa siano stati destinati".