L'appello di Nardella per la rinascita di Firenze arriva in Francia

Le Figaro e Le Monde, dedicano una lunga intervista al sindaco di Firenze per 'toccare con mano' la sofferenza di una città piegata in due da una crisi economica senza precedenti

Il sindaco Dario Nardella durante la presentazione di Rinasce Firenze

Il sindaco Dario Nardella durante la presentazione di Rinasce Firenze

Firenze, 17 giugno 2020 - Il grido di aiuto di Firenze arriva dritto al cuore della Francia e i più importanti quotidiani d'oltralpe, Le Figaro e Le Monde, dedicano una lunga intervista al sindaco di Firenze Dario Nardella per 'toccare con mano' la sofferenza di una città piegata in due da una crisi economica senza precedenti, dalla Seconda Guerra mondiale ad oggi, ma allo stesso tempo animata da una irrefrenabile volontà di riscatto e rinascita.  

 

 

Firenze ha bisogno del mondo e per rimettere in moto la città dopo la pandemia è nata una raccolta fondi internazionale, 'Rinasce Firenze', che ha spinto Nardella a chiedere aiuti a tutti i mecenati a tutti coloro che la amano. “Firenze – scrive Le Figaro - è la città più emblematica del Rinascimento italiano. E' quel gioiello che Barnabooth, l'eroe di Valéry Larbaud, adorava. Passeggiare tra il museo degli Uffizi, il giardino di Boboli, Palazzo Vecchio o semplicemente per le rive dell'Arno rimane un incantesimo”. Ma oggi, dopo l'emergenza sanitaria, la città ha bisogno di aiuti urgenti per custodire intatta quella bellezza narrata da poeti e scrittori.

“Non abbiamo più tempo”, risponde Nardella al giornalista Renaud Girard che gli chiede conto delle ricadute economiche post Covid sul territorio. “Nella metropoli – spiega il sindaco - stimiamo un miliardo di euro di danni al turismo. Per quanto riguarda il Comune, se non otteniamo l'aiuto del Governo che il presidente del Consiglio ha promesso ai sindaci italiani, calcoliamo un buco di quasi 200 milioni di euro. Non siamo ancora in grado di attingere alle tasse di soggiorno e abbiamo messo fine a molte tasse locali. Siamo vicini al default. Questo è anche il motivo per cui abbiamo scelto di non aprire i musei comunali il 18 maggio, a partire da Palazzo Vecchio. È stata una scelta dolorosa ma allo stesso tempo simbolica e necessaria per mettere in luce la drammatica situazione economica che stiamo vivendo”. I musei sono stati poi riaperti in una data simbolo, il 2 giugno, festa della Repubblica. “Proprio come segno di speranza e rinascita”, spiega il sindaco al quotidiano francese.

Per quanto riguarda la raccolta fondi, la voglia di aiutare Firenze c'è. “Abbiamo già ricevuto donazioni da cittadini russi e americani. Siamo stati contattati da tutto il mondo”. 'Firenze ha bisogno del mondo, ma il mondo ha bisogno di Firenze", Nardella usa le parole del sindaco dell'alluvione Piero Bargellini, nei giorni drammatici in cui la città era ricoperta di fango e detriti. “Oggi come allora, siamo convinti che molti risponderanno alla nostra chiamata. La città è patrimonio dell'Unesco ed è universalmente riconosciuta come la culla dell'Umanesimo, dell'arte e della cultura. Ora abbiamo davanti a noi la sfida di un nuovo Rinascimento, e Firenze deve affrontare questa sfida, con l'obiettivo di essere una città ancora più innovativa e ambiziosa, ancorata alle sue radici ma proiettata nel mondo contemporaneo”. E su come saranno investiti i soldi raccolti nel Fondo per la Rinascita Nardella risponde: "Innanzitutto, vogliamo aiutare il settore culturale a riprendersi. Questo settore, come quello del turismo, è stato uno dei più colpiti dalla crisi a causa della pandemia. Spendiamo già 10 milioni di euro all'anno per la conservazione del nostro patrimonio culturale. Ma stiamo anche pensando a un fondo di emergenza per cinema, teatri e spettacoli dal vivo". E il sindaco fa una promessa: chi aiuta Firenze non sarà mai dimenticato. “Firenze non ha mai dimenticato gli "angeli" che la salvarono durante l'alluvione del 1966. Firenze non dimenticherà gli angeli che la aiuteranno a rinascere nel post Covid”. E il loro contributo rimarrà inciso nei secoli.