Rigassificatore Piombino, Draghi: "Va attivato entro la primavera"

Il premier lo ha ribadito ieri al Senato. Ma sul progetto pesa il futuro del governo

Piombino, 21 luglio 2022 - "Dobbiamo accelerare sull’installazione dei rigassificatori a Piombino entro la prossima primavera e a Ravenna: non è possibile volere la sicurezza energetica per gli italiani e poi protestare per queste infrastrutture". Il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato mette l’impianto di Piombino tra i punti fondamentali dell’azione di governo per evitare il rischio di razionamenti di energia ed mettere in crisi attività economiche e famiglie.

Immediata la risposta del sindaco di Piombino Francesco Ferrari il quale afferma che in nome dell’interesse nazionale "non si può affossare una comunità". Anche il Pd di Piombino con il segretario della federazione Simone De Rosas e il consigliere regionale Gianni Anselmi intervengono dicendo che Draghi si sarebbe dovuto occupare di Piombino con la stessa chiarezza anche per i problemi ancora irrisolti del rilancio delle acciaierie, delle bonifiche e della seconda strada per il porto. Si aggiungono poi le dichiarazioni

del presidente della Regione Eugenio Giani che è anche commissario per la realizzazione del rigassificatore a Piombino: "Il presidente Draghi ha pronunciato parole di buon senso che anche io tante volte ho pronunciato nei momenti di confronto con amministratori, cittadini e comitati di Piombino" spiega Giani, il quale ribadisce l’impegno per una procedura di valutazione rigorosa sulla sicurezza e l’impatto ambientale che coinvolge trenta enti e organismi diversi.

Tutte le polemiche della giornata però sembrano essere condizionate da un elemento che allo stato attuale non è possibile prevedere. Nel tardo pomeriggio Forza Italia e Lega dichiarano di non partecipare al voto. Lo stesso fanno i Cinque Stelle. Il governo quindi non ha più una maggioranza politica ampia come chiedeva Draghi per restare alla guida del consiglio dei ministri. A questo punto è difficile capire che cosa accadrà per progetti come quello del rigassificatore a Piombino. Anche in caso di dimissioni, l’esecutivo resta in carica per la gestione degli affari ordinari, ma bisognerà stabilire se un progetto come il rigassificatore, già avviato, verrà portato a termine oppure no. E questo naturalmente è impossibile da valutare in questo momento anche se, è chiaro, i problemi di approvigionamento energetico sono gli stessi, che ci sia un governo oppure un altro, e imprese e cittadini hanno bisogno di gas per mandare avanti le attività e riscaldare le case in inverno.

Nel suo intervento al Senato, Draghi ha spiegato che "si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, in particolare si deve terminare l’installazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera, è una questione di sicurezza nazionale". Le parole di Draghi, che ha indicato il rigassificatore di Piombino come opera di interesse nazionale, per Giani sono "parole che rivelano quello che si sapeva già e che oggi viene messo in evidenza: sono contento di questo perché è l’impegno che sto mettendo nel far capire a tutti che si tratta di un’opera superiore, di interesse nazionale, nell’in teresse di tutti per non vedere razionate le fonti energetiche per l’inverno".

"La sicurezza energetica è fondamentale – ammette il sindaco Ferrari – ma non può essere barattata con la sopravvivenza di una comunità: da decenni Piombino paga conseguenze ambientali, economiche e occupazionali in nome del sistema Italia. Ora che, finalmente e con fatica, la città si sta risollevando, questo rigassificatore rischia di essere il colpo di grazia per la rinascita ambientale e la diversificazione".