Piombino (Livorno), 8 novembre 2022 - Pochi giorni al via. Snam è pronta a fare partire i lavori per il riagassificatore di Piombino. In un capannone dell’area artigianale di Montegemoli, alle porte di Piombino, sono già stoccati i tubi d’acciaio che verranno impiegati per realizzare la condotta di otto chilometri e mezzo che andrà dalla banchina del porto, dove sarà ormeggiata la nave Golar Tundra, fino al punto di innesto nella rete nazionale del gas, a Riotorto Vignarca. Le opere preliminari, come la bonifica di eventuali ordigni bellici sul tracciato, sono state già eseguite, ora inizia una corsa contro il tempo per rendere operativo il rigassificatore tra aprile e maggio 2023. E’ fondamentale usare l’impianto in estate per ricostituire le scorte dell’inverno 2023. "Piombino è cruciale: abbiamo la nave, abbiamo cinque miliardi di metri cubi di Gnl già prenotati, non poterlo usare sarebbe una beffa". Lo ha detto pochi giorni fa l’ex ministro della Transizione ecologica, ora consulente del governo Meloni, Roberto Cingolani. "Senza il rigassificatore non saremmo sicuri energeticamente" e la scelta di Piombino come punto di partenza è "perché c’è il porto, la profondità giusta, la banchina giusta". La dichiarazione di Cingolani lascia capire che il governo è intenzionato ad andare avanti con il rigassificatore a Piombino per il quale il 25 ottobre c’è stata la firma del commissario Giani che autorizza il progetto Snam. E Snam, con l’ad Stefano Venier, ha risposto così alla domanda sulla localizzazione della Golar Tundra dopo i tre anni previsti nel porto di Piombino: "Stiamo studiando, abbiamo 45 giorni di tempo. Stiamo facendo delle analisi sulle possibili opzioni". Su fronte del no resta in piedi la possibilità del ricorso al Tar da parte del Comune di Piombino che il sindaco Francesco Ferrari ha annunciato più volte e ribadito dopo il via libera della conferenza dei servizi. L’amministrazione dovrebbe depositare (attraverso l’avvocato Michele Greco) un ricorso al Tar contro l’ordinanza di autorizzazione. Il Tar è però chiamato a esaminare eventuali vizi della procedura amministrativa e non giudica nel merito il provedimento. Per contro, il comitato dei 300 favorevoli all’impianto, presieduto da Pablo Cinci, nel quadro di un progetto complessivo di rilancio per Piombino, ha inviato una lettera alla premier Giorgia Meloni con la quale si chiede di andare avanti e utilizzare il rigassificatore come un elemento di sviluppo per l’economia locale dando seguito al ’Memorandum Piombino’, vale a dire agli investimenti (800 milioni di euro) previsti dalla giunta regionale toscana per bonifiche, infrastrutture, energie rinnovabili come interventi di compensazione. Così, mentre i comitati del no ribadiscono la loro contrarietà, in città si fa strada una posizione più pragmatica, che intende collegare l’impianto a investimenti e sviluppo. Una posizione che stanno prendendo anche i sindacati, come la Cisl provinciale. Intanto, dopo Piombino, ieri è arrivata anche la firma per l’impianto gemello, vale a dire il rigassificatore di Ravenna. "Oggi si apre il percorso più sfidante, saranno due anni molto intensi", ha commentato l’ad di Snam Stefano Venier. "La scelta di Ravenna e Piombino - ricorda Venier- è nata anche perché sono vicine ai punti di maggior consumo di gas e sarà più economico distribuirlo". Luca Filippi