Morto Enzo Riccomini, addio all'uomo di calcio di altri tempi

Vincente a Pistoia, Terni e Viareggio. Per lui promozioni in A e B a ripetizione e tanta simpatia. Un uomo vero e sincero

Enzo Riccomini (Foto Alive)

Enzo Riccomini (Foto Alive)

Viareggio, 22 luglio 2022 - Parlare di Enzo Riccomini nel giorno in cui ci ha lasciato è veramente molto difficile. Perché Enzo era un uomo vero, sempre pronto all'ironia, alla battuta tagliente. Onesto e sincero. Enzo era anche un grande uomo di calcio e un grande allenatore. Si è spento ieri alla soglia degli 88 anni a Viareggio che era la sua patria adottiva per lui nato e cresciuto a Piombino, giocatore nelle giovanili della Fiorentina, nella Sestese e nel Cecina poi giramondo della panchina dove vinceva  e le sue squadre davano sempre il massimo. Nel suo palmares trionfi che hanno fatto storia come la promozione in serie A della Ternana e della Pistoiese. La sua carriera di tecnico dopo la partenza a Empoli ha avuto la sua prima svolta a Viareggio.

Tre stagioni super nella società bianconera  guidata dagli 'Amici del bar Eden, in cui venne coltivato il sogno della promozione in serie B. Erano le stagioni di Cavallito, Bonzi, Giampaglia, Piaceri. Miti delle zebre. Nel 1973-74 la promozione in serie A con la Ternana. Venne poi chiamato dal vulcanico presidente Rozzi all'Ascoli, nella stagione 1975-76, in cui l'Ascoli retrocesse rocambolescamente in Serie B, dopo aver battuto in casa l'Inter. Trasferitosi a Pistoia Riccomini replicò il traguardo della promozione in A anche con la Pistoiese (1979-80), anno della promozione in A degli arancioni, la prima ed unica nella serie A a girone unico). Chiusa la prima esperienza con "l'Olandesina" passò sulla sponda blucerchiata di Genova, il primo anno raggiunse il 5º posto finale. La Sampdoria pagò i soli 12 punti conquistati nelle ultime 12 giornate, dopo aver vinto a San Siro contro il Milan per 1-0. Nel 1982 tornò alla guida della Pistoiese per due stagioni nei cadetti, dove raccolse una salvezza e una retrocessione; passò poi alla panchina dell'Arezzo, che salvò per tre stagioni consecutive di serie B. Dopo una breve esperienza al Barletta in serie B, fu retrocesso in serie C alla guida della Sambenedettese nella stagione 1988-89

Trionfale su il suo ritorno a Viareggio con la promozione in C2 nella stagione '89- 90 e la promozione in C1 sfiorata la stagione successiva. Fu il caso giudiziario che riguardava il patron Giorgio Mendella a tarpare le ali ai bianconeri ma Enzo con il suo secondo Giampaolo Piacei e il ds Oreste Cinquini tenne la barca pari fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata: la fatale trasferta di Tempio Pausania.

Con il suo carattere schietto e con il modo di fare sempre dissacratore, Enzo ha regalato ogni giorno perle di saggezza e lezioni di saper vivere con leggerezza.. Battutista straordinario sapeva stemperare ogni situazione e al tempo farsi sentire con i suoi ragazzi. Quella straordinaria squadra dell'era mendelliana si ritrova due o tre volte l'anno a cena a Viareggio. Ad alcune di quelle cene ha partecipato anche lui, il grande Enzo, il primo a ricordare aneddoti esilaranti. Poi la malattia progressiva lo ha bloccato. Ma nel ricordo di tutti noi rimane indelebile la sua figura di grande uomo di calcio.

Lo piangono anche i suoi amici piombinesi Claudio Nassi e Aldo Agroppi ai quali era legato da un'amicizia fraterna. Ai parenti tutti le nostre più sincere condoglianze. I funerali saranno celebrati domani sabato 23 luglio alle 17.30 nella chiesa di Sant'Antonio a Viareggio.