PRESSPHOTO Firenze, Consiglio Regionale, seduta solenne in occasione della Giornata del ricordo indetta per i caduti delle foibe.
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Giuseppe Cabras/New Press Photo

Consiglio Regionale 

Firenze, 8 dicembre 2022 -  Per chi è diventato consigliere regionale dopo il 2015 è stato abolito. Ma per chi ha occupato le poltrone di Palazzo del Pegaso prima di quella data, il vitalizio è più vivo che mai. Tanto che, in base alla norma nazionale, visto l’aumento del costo della vita, avrebbe dovuto registrare nel 2023 un adeguamento del 12% (11,8% per la precisione). Ovvero 700mila euro di costi l’anno in più sulle spalle dei cittadini, da sommare ai 5,2 milioni di euro spesi dal Consiglio regionale per i propri ex consiglieri. Ieri però, caso unico in Italia, il Consiglio toscano si è opposto all’aumento, votando la proposta di legge sulle "Disposizioni per la riduzione temporanea del meccanismo d’indicizzazione degli assegni vitalizi" presentata dal presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd). Un atto approvato all’unanimità; assente al voto solo il Movimento 5 Stelle che avrebbe voluto la totale cancellazione dell’aumento attraverso un passaggio preventivo in conferenza Stato-Regioni. "Qualche mese fa mi sono reso conto che la normativa nazionale avrebbe portato a un aggiornamento Istat sostanzioso, pari a circa il 12%, per 184 ex consiglieri - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo – con un aggravio annuale di 700mila euro per il Consiglio. Abbiamo deciso, insieme ai membri dell’ufficio di presidenza, ai capigruppo e agli uffici, di lavorare per non far scattare questo aumento, che ci sembrava iniquo, visto il generale contesto di crisi affrontato da tanti cittadini. Abbiamo cercato un equilibrio fra la nostra volontà e il rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale, per non esporci a eventuali ricorsi". Proprio in base alla giurisprudenza, che richiede specifiche attenzioni quando si agisce sui diritti acquisiti, la norma è stata modificata per un tempo limitato e con criteri di equità e progressività. In pratica è stato deciso di bloccare l’adeguamento Istat per tre anni e di prevedere tre scaglioni: aumento del 3% per chi percepisce meno di 1500 euro al mese, 2% tra i 1500 e i 3mila euro; 1% sopra i 3mila euro. Questi parametri (inizialmente era stato ipotizzato il 7%, 2% e 1%) sono stati definitivi dopo un lungo confronto fra i gruppi e ratificati votando un emendamento presentato dal consigliere Giovanni Galli (Lega). L’entità del vitalizio varia in base alla durata del mandato e agli incarichi svolti. Con una forbice che va dai 5.424 euro al mese di Stefano Passigli e dai 5.166 di Vannino Chiti, Angelo Passaleva e Tito Barbini, in testa alla classifica, fino ai 670 euro (uno dei due casi a sole tre cifre) degli eredi di Alessio Pasquini (in caso di decesso del beneficiario, il vitalizio passa a coniugi, conviventi e, in parte, ai figli minori). Quasi sempre somme importanti per i 184 beneficiari. In ogni caso, in base alla nuova legge, le casse regionali pagheranno "solo" 90mila euro l’anno in più, rispetto ai 700mila inizialmente ipotizzati. E la battaglia anti-rincari non finisce qui. L’aula ha infatti approvato anche due ordini del giorno sul tema: il primo illustrato da Irene Galletti del Movimento 5 Stelle e sottoscritto da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Giovanni Galli (Lega) e Vincenzo Ceccarelli (Pd); il secondo presentato da Galli e sostenuto da Torselli, Galletti, Ceccarelli e Stefano Scaramelli (Italia Viva). Obiettivo comune: eliminare l’adeguamento Istat, rivedendo rispettivamente l’intesa Stato-Regioni del 2019 e l’ordinamento regionale.

Cronaca

Firenze, 8 dicembre 2022 -&nbsp;&nbsp;Per chi è diventato consigliere regionale dopo il 2015 è stato abolito. Ma per chi ha occupato le poltrone di Palazzo del Pegaso prima di quella data, il vitalizio è più vivo che mai. Tanto che, in base alla norma nazionale, visto l’aumento del costo della vita, avrebbe dovuto registrare nel 2023 un adeguamento del 12% (11,8% per la precisione). Ovvero 700mila euro di costi l’anno in più sulle spalle dei cittadini, da sommare ai 5,2 milioni di euro spesi dal Consiglio regionale per i propri ex consiglieri. 
Ieri però, caso unico in Italia, il Consiglio toscano si è opposto all’aumento, votando la proposta di legge sulle "Disposizioni per la riduzione temporanea del meccanismo d’indicizzazione degli assegni vitalizi" presentata dal presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd). Un atto approvato all’unanimità; assente al voto solo il Movimento 5 Stelle che avrebbe voluto la totale cancellazione dell’aumento attraverso un passaggio preventivo in conferenza Stato-Regioni. 
"Qualche mese fa mi sono reso conto che la normativa nazionale avrebbe portato a un aggiornamento Istat sostanzioso, pari a circa il 12%, per 184 ex consiglieri - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo – con un aggravio annuale di 700mila euro per il Consiglio. Abbiamo deciso, insieme ai membri dell’ufficio di presidenza, ai capigruppo e agli uffici, di lavorare per non far scattare questo aumento, che ci sembrava iniquo, visto il generale contesto di crisi affrontato da tanti cittadini. Abbiamo cercato un equilibrio fra la nostra volontà e il rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale, per non esporci a eventuali ricorsi". 
Proprio in base alla giurisprudenza, che richiede specifiche attenzioni quando si agisce sui diritti acquisiti, la norma è stata modificata per un tempo limitato e con criteri di equità e progressività. In pratica è stato deciso di bloccare l’adeguamento Istat per tre anni e di prevedere tre scaglioni: aumento del 3% per chi percepisce meno di 1500 euro al mese, 2% tra i 1500 e i 3mila euro; 1% sopra i 3mila euro. Questi parametri (inizialmente era stato ipotizzato il 7%, 2% e 1%) sono stati definitivi dopo un lungo confronto fra i gruppi e ratificati votando un emendamento presentato dal consigliere Giovanni Galli (Lega). L’entità del vitalizio varia in base alla durata del mandato e agli incarichi svolti. Con una forbice che va dai 5.424 euro al mese di Stefano Passigli e dai 5.166 di Vannino Chiti, Angelo Passaleva e Tito Barbini, in testa alla classifica, fino ai 670 euro (uno dei due casi a sole tre cifre) degli eredi di Alessio Pasquini (in caso di decesso del beneficiario, il vitalizio passa a coniugi, conviventi e, in parte, ai figli minori). Quasi sempre somme importanti per i 184 beneficiari. 
In ogni caso, in base alla nuova legge, le casse regionali pagheranno "solo" 90mila euro l’anno in più, rispetto ai 700mila inizialmente ipotizzati. E la battaglia anti-rincari non finisce qui. L’aula ha infatti approvato anche due ordini del giorno sul tema: il primo illustrato da Irene Galletti del Movimento 5 Stelle e sottoscritto da Francesco Torselli (Fratelli d’Italia), Giovanni Galli (Lega) e Vincenzo Ceccarelli (Pd); il secondo presentato da Galli e sostenuto da Torselli, Galletti, Ceccarelli e Stefano Scaramelli (Italia Viva). Obiettivo comune: eliminare l’adeguamento Istat, rivedendo rispettivamente l’intesa Stato-Regioni del 2019 e l’ordinamento regionale. 
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Regione, frenata vitalizi. Sì al taglio aumenti: li prendono ancora 184 ex consiglieri

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Sono stati aboliti dal 2015, ma non per chi è stato in carica in precedenza. Era previsto un adeguamento Istat del 12% per un totale di 700mila euro. "Impossibile azzerarli". Gli assegni più alti oltre i 5mila euro al mese

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