Pupi Avati: “Per il film su Dante sono diventato un accattone”

Il regista a tourismA ha rilanciato questo progetto fermo in cantiere dal 2001

Pupi Avati

Pupi Avati

Firenze, 23 febbraio 2020 - Applausi a scena aperta per il regista Pupi Avati che oggi ha preso parte a tourismA. E nell'occasione il maestro ha voluto rilanciare il progetto del suo film su Dante, fermo in cantiere dal lontano 2001. "Per il mio film su Dante Alighieri sono diventato un accattone, vado a bussare alle porte dei potenti e ricevo tante rassicurazioni. Poi non succede mai niente. Io sono ancora qui ad ascoltare le promesse. La Rai nel frattempo ha prodotto un film sulla vita della Ferragni...", ha detto intervenendo a 'TourismA', il salone dell'archeologia e del turismo culturale organizzato al palazzo dei Congressi di Firenze dalla rivista "Archeologia Viva".

Avati ha voluto rilanciare il progetto del suo film su Dante, fermo in cantiere "dal lontano 2001" e che il regista vorrebbe realizzare anche perchè tra breve c'è un importante appuntamento dantesco: nel 2021 cadranno i 700 anni dalla morte dell'autore della "Divina Commedia". Il film ha spiegato Avati parlerà della vita del Sommo Poeta: "Per poterne parlare abbiamo una password fantastica che si chiama Giovanni Boccaccio. Voi sapete che quando Dante è stato esiliato a Firenze le case degli esiliati, degli sbandati come venivano definiti, venivano depredate, era permesso tutto. L'unica cosa che Gemma Donati, la moglie di Dante, riesce a salvare, mentre Dante ormai è in esilio, è una cassapanca e dentro c'è un quadernetto sul quale ci sono i primi cinque canti della divina commedia. Questa è una versione di Boccaccio. Perchè non credere a lui quando è stato un contemporaneo di Dante?"

Il film, ha spiegato Avati, parlerà della vita di Dante.  «Per poterne parlare abbiamo una password fantastica che si chiama Giovanni Boccaccio. Voi sapete che quando Boccaccio è stato esiliato a Firenze, le case degli esiliati, degli sbandati come venivano definiti, venivano depredate, era permesso tutto. L’unica cosa che Gemma Donati, la moglie di Dante, riesce a salvare, mentre Dante ormai è in esilio, è una cassapanca e dentro c’è un quadernetto sul quale ci sono i primi cinque canti della divina commedia. Questa è una versione di Boccaccio. Perché non credere a lui quando è stato un contemporaneo di Dante?».

Quanto ai figli di Dante il maestro ha strappato risate e applausi a tourismA dicendo:  «La povera Gemma Donati pare che gli abbia dato tre, quatto figli, c’era un  figlio che si chiama Giovanni che non si sa bene se certo o incerto. Io ho deciso che non c’era. Pago un attore in meno, mi costa meno il film».

Una full immersion di tre giorni tra passato, presente e futuro dei nostri beni culturali con uno sguardo attento allarte, allarcheologia e allambiente. Questo è stato tourismA  salone dellarcheologia e del turismo culturale,  dedicato alla comunicazione delle grandi scoperte archeologiche e alla promozione del patrimonio e turismo culturale. La kermesse a Firenze, per il sesto anno consecutivo, organizzata da Archeologia Viva, ha chiamato a raccolta in questi tre giorni grandi ospiti d’eccezione. Come Pupi Avati, grande regista che nell’occasione ha voluto rilanciare il progetto di un suo film dedicato alla vita del Sommo Poeta.