Toscana, allarme pronto soccorso: "Il 40% dei malati resta in barella"

Mea culpa dei vertici sanitari sui Cup: "Attese troppo lunghe, cambieremo per migliorare il sistema". La ricetta anti caos della Regione

Firenze, 29 dicembre 2022 - Proprio nel giorno in cui la Regione presenta le riforme fatte che rivoluzioneranno la sanità (in particolare la medicina territoriale) e quelle da fare, tra cui la riorganizzazione dei pronto soccorso (con annesse 150 assunzioni di medici: si spera), a guastare la festa arriva l’istantanea scattatata ieri dal direttivo toscano Simeu (la Società italiana di medicina d’emergenza urgenza) all’interno dei maggiori pronto soccorso della nostra regione. Una fotografia impietosa che dà il quadro di quanto il sistema sia in grande sofferenza. Alle 14 di ieri degli 891 pazienti in pronto soccorso 355 erano in attesa di ricovero, una percentuale esorbitante: il 40%. Il che significa che sino al momento in cui non vengono liberati posti letto nei vari reparti, quei pazienti resteranno in carico al pronto soccorso che nel frattempo si deve occupare dei nuovi malati in arrivo ai quali fare accertamenti e diagnosi.

"Il sovraffollamento è la dimostrazione lampante della crisi di sistema – spiega il presidente Simeu toscano, Marcello Pastorelli – Negli anni sono stati tagliati troppi posti letto e la Toscana è una delle regioni che si difende meglio". La rilevazione di ieri verrà effettuata e resa pubblica con frequenza settimanale per monitorare la situazione e per dare uno spaccato reale della sofferenza del sistema sanitario pubblico. "Il carico assistenziale dei pronto soccorso è appesantito almeno per un terzo da quei pazienti che hanno concluso il percorso diagnostico e terapeutico in emergenza urgenza ma che attendono il posto letto ospedaliero nelle degenze", spiega il vicepresidente Simeu Giuseppe Pepe.

Una situazione complessa. Ma alla quale la Regione intende dare risposta. Ieri è stato lo stesso governatore toscano Eugenio Giani, con l’assessore alla sanità Simone Bezzini, e il direttore generale dell’assessorato Federico Gelli, a presentare il lotto di sei obiettivi per la riorganizzazione del sistema sanitario che nel 2023 sarà completamente trasformato e andrà sempre più verso il digitale, sullo sfondo delle riforme che la Toscana ha avviato e che terrà a battesimo nei prossimi mesi.

Per i pronto soccorso la riorganizzazione, oltre all’iniezione di nuove forze, in particolare medici specializzandi, prevede il potenziamento dei sistemi di see and treat (il trattamento delle urgenze minori da parte degli infermieri) e l’attivazione di percorsi fast track (pecorsi specialistici per risposte rapide fuori dal pronto soccorso cui può indirizzare direttamente l’infermiere). Inoltre si sta pensando a un ritorno all’antico. Cioè che oltre ai medici internisti anche tutti gli altri medici ospedialieri delle specialità mediche (geriatri, cardiologi, otorini eccetera) concorrano a trattare i pazienti in pronto soccorso in base alle loro specificità. Mentre ai medici di emergenza urgenza verranno lasciati i casi più gravi.

Ma nel mirino ci sono anche i Cup. E’ Federico Gelli a recitare il mea culpa sui centri di prenotazione. "Inaccettabile che i cittadini trascorrano una giornata al telefono per prenotare una prestazione, o che gli venga risposto di richiamare nel 2023, o che le liste sono chiuse", dice. Per questo il sistema Cup sarà radicalmente riorganizzato, con un potenziamento in parallelo dei canali online che hanno funzionato per la prenotazione dei vaccini anti Covid e che invece stentano per la prenotazione di esami e visite: le percentuali di chi lo fa via internet o con le App è troppo bassa, intorno al 7%. E il problema riguarda in particolare gli anziani.