I cento giorni del ponte crollato. Tutto fermo, tra macerie e ritardi

Disastri ambientali mai sanati, ecomostri e luoghi abbandonati da salvare. Inviate le vostre segnalazioni all'indirizzo di posta elettronica [email protected] e al numero WhatsApp 331.6121321

Il ponte crollato

CROLLO PONTE CROLLATO IL PONTE DI ALBIANO

Albiano Magra (Massa Carrara), 22 luglio 2020 -  I I vigili del fuoco portano via il furgone. "E’ l’ora dei lavori!", esultano gli abitanti di Albiano. Ma la speranza dura un battito di ciglia: niente dissequestro, nessun cantiere. Qui, in questo fazzoletto di terra stretto tra Liguria e Toscana, l’orologio è rimasto fermo all’8 aprile quando il ponte sul Magra si è accasciato nel greto del fiume come fosse fatto con i Lego. Cento giorni dopo siamo tornati sul luogo del disastro. Tutto è immobile.

La Procura ha detto ok, si possono togliere i due furgoni (uno di Telecom, l’altro di Bartolini) che il crollo ha sorpreso sul ponte ma ai cui autisti ha risparmiato la vita. Lo fa solo Telecom: ci sono da anticipare le spese di rimozione, e non dev’essere poca cosa tirar fuori un furgone da quella trappola di ferro e cemento che era un ponte ed è diventato una diga, scavalcava un fiume e ora potrebbe fermarne una piena. Poi si potrà rivalere sui responsabili, se e quando saranno scritti in una sentenza definitiva. Il resto rimane lì, monumento alla burocrazia.  

«In un paese normale il giorno dopo il crollo sarebbe stato nominato il commissario e nel giro di una settimana avrebbero cominciato i lavori delle rampe autostradali che in due mesi potevano togliere dall’isolamento i 3.500 abitanti di Albiano e tutte le aziende con i loro 600 operai, che con l’indotto diventano mille", sbotta il sindaco di Aulla Roberto Valettini. Ha sempre sottomano le vecchie lettere tranquillizzanti di Anas in risposta alle sue ripetute segnalazioni, anno dopo anno, sui timori per la stabilità del ponte. Ma il “modello Genova” è l’eccezione non ancora diventata regola e il decreto di nomina del Governatore toscano Enrico Rossi a commissario per la ricostruzione è rimasto per due mesi alle commissioni parlamentari, settimane all’esame della Corte dei conti, e quindici giorni in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Rossi è operativo solo da lunedì, appena in tempo per presiedere la conferenza dei servizi che dovrà esaminare i progetti del nuovo ponte per ricollegare la Toscana a quel suo lembo lunigianese rimasto isolato in terra ligure.  

«In quella commissione devono decidere subito di costruire le rampe per farci accedere all’autostrada, scegliere il progetto del ponte definitivo, poi Anas deve lavorare 24 ore su 24", dice Barbara Ferrari, di mestiere parrucchiera, combattiva presidente della Pro Loco e impegnatissima nel comitato “Salvalbiano” che ha raccolto tremila firme per sollecitare rampe e ponte. "Quelli che non vogliono le rampe? Chiedevano un ponte provvisorio da 2 milioni e mezzo che poi sarebbe stato demolito, avrebbe murato una casa e bloccato i mezzi di soccorso".  

Albiano non è Genova e Anas, che il ponte lo aveva ripreso in gestione dalla Provincia due anni fa, non è Autostrade. Forse proprio per questo, malgrado l’inchiesta che la coinvolge, in poche settimane ha disegnato quattro ipotesi per la ricostruzione. Gli enti convocati per scegliere sono già 12, dalla Soprintendenza ad Arpat, ma aumenteranno. E Albiano trema vedendo avvicinarsi l’autunno e la sua instabilità meteo. "Quando è venuto giù il ponte di Stadano nel 2011 i detriti sono arrivati a valle, a chilometri di distanza" raccontano. Ma l’esperienza della Lunigiana in ponti crollati (cinque negli ultimi nove anni) non ha insegnato. Anche spostare indietro di un metro i new jersey che delimitano l’area sequestrata creando un’imbuto sulla statale sembra un’impresa. Così un semaforo fa muovere a intermittenza il traffico che il crollo ha dirottato sulla statale della Cisa. "Si formano code spaventose che arrivano fino al centro di Aulla", sospira amareggiato il sindaco Valettini. Ha chiesto ad Anas e vigili del fuoco di valutare se è possibile ripristinare il doppio senso senza derogare alla sicurezza. Nessuna risposta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA