Plasma ai malati di Covid, lo studio: non riduce peggioramenti respiratori o morte

Solo nei malati lievi ci sono dei segnali positivi che andrebbero approfonditi

La raccolta del plasma iperimmune (Imagoeconomica)

La raccolta del plasma iperimmune (Imagoeconomica)

Roma, 8 aprile 2021 - Il plasma dei guariti non riduce il rischio di peggioramento respiratorio o morte per Covid. E' quanto emerso dallo studio clinico randomizzato e controllato "Tsunami", promosso da Iss e Aifa e coordinato da Iss, sul ruolo terapeutico del plasma convalescente nei pazienti che hanno sviluppato il Covid-19.

Lo studio ha confrontato l'effetto del plasma convalescente ad alto titolo di anticorpi neutralizzanti, associato alla terapia standard, rispetto alla sola terapia standard in pazienti con Covid-19 e polmonite con compromissione ventilatoria da lieve a moderata. Hanno partecipato allo studio 27 centri clinici distribuiti in tutto il territorio nazionale che hanno arruolato 487 pazienti (di cui 324 in Toscana, 77 in Umbria, 66 in Lombardia e 20 da altre regioni).

Le caratteristiche demografiche, le comorbidità esistenti e le terapie concomitanti sono risultate simili nei due gruppi di pazienti, 241 assegnati al trattamento con plasma e terapia standard (231 valutabili), e 246 alla sola terapia standard (239 valutabili). Non è stata osservata una differenza statisticamente significativa nell'end-point primario ("necessità di ventilazione meccanica invasiva o decesso entro trenta giorni dalla data di randomizzazione") tra il gruppo trattato con plasma e quello trattato con terapia standard.

Nel complesso "Tsunami" non ha quindi evidenziato un beneficio del plasma in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni. L'analisi dei differenti sottogruppi ha confermato l'assenza di differenze significative tra i due trattamenti.

Solo nel caso dei pazienti con una compromissione respiratoria meno grave è emerso un segnale a favore del plasma che non ha però raggiunto la significatività statistica. Questo potrebbe suggerire l'opportunità di studiare ulteriormente il potenziale ruolo terapeutico del plasma nei soggetti con Covid lieve-moderato e nelle primissime fasi della malattia.

Il trattamento è risultato complessivamente ben tollerato, anche se gli eventi avversi sono risultati più frequenti nel gruppo che ha ricevuto il plasma. I risultati dello studio Tsunami sono in linea con quelli della letteratura internazionale, prevalentemente negativa, fatta eccezione per casistiche di pazienti trattati molto precocemente con plasma ad alto titolo.