Pico della Mirandola fu avvelenato: svelato il mistero della morte

La scoperta di un team di ricercatori delle università di Pisa, Bologna, del Salento, di Valencia, York , del Max Planck Institute, con gli esperti del Ris di Parma.

La riesumazione dei resti di Pico della Mirandola per cercare le cause della morte

La riesumazione dei resti di Pico della Mirandola per cercare le cause della morte

Firenze, 15 novembre 2018 - Svelato il mistero della morte di Pico della Mirandola: il grande umanista e filosofo, scomparso a soli 32 anni, fu avvelenato con l'arsenico. A chiarire la causa della morte, avvenuta in circostanze misteriose nel 1494 a Firenze, arriva ora uno studio di un team di ricercatori delle università di Pisa, Bologna, del Salento, di Valencia (Spagna), York (Gran Bretagna), del Max Planck Institute (Germania), insieme con gli esperti del Ris di Parma.

Ossa, unghie, tessuti molli mummificati, vestiti, legno della cassa trovati nella sepoltura e conservati in un chiostro vicino alla basilica fiorentina di San Marco, sono stati sottoposti a una serie di analisi di carattere biologico e chimico-fisico sia per confermare l'identificazione dei resti sia per rilevare l'eventuale presenza del veleno. Così dopo 500 anni è emerso che il decesso fu provocato non da sifilide ma dall'arsenico.

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Forensic and Legal Medicine. «Gli esami - ha spiegato Fulvio Bartoli del dipartimento di Biologia dell'ateneo pisano - hanno dimostrato che nei resti del filosofo erano presenti segni riconducibili a intossicazione da arsenico e che i livelli del veleno erano potenzialmente letali, compatibili con la morte per avvelenamento acuto. Ovviamente è difficile dimostrare che sia stato un avvelenamento intenzionale, anche se questa ipotesi è sostenuta da varie fonti documentali e storiche». In particolare, i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare mettendo insieme analisi antropologiche e documentali, datazione al radiocarbonio e analisi del Dna antico accanto a sofisticate tecniche di microscopia ottica ed elettronica.

«La nostra indagine - conclude Bartoli - ha riguardato anche le spoglie di un altro grande umanista, Angelo Poliziano, anche lui scomparso prematuramente nel 1494 e inumato in una tomba vicina a quella di Pico. In questo caso però non risulta confermata l'ipotesi dell'avvelenamento perché i livelli di arsenico trovati sono piuttosto attribuibili a un'esposizione cronica al veleno, causata probabilmente da fattori ambientali o trattamenti medici»