Payback, in Toscana a rischio chiusura oltre 300 aziende di dispositivi sanitari

“Se non ci ascoltano saremo costretti a bloccare le forniture ad Asl e ospedali, licenzieremo e chiuderemo”

Una sala operatoria (foto Ansa)

Una sala operatoria (foto Ansa)

Firenze, 22 dicembre 2022 – Tornano a lanciare l’allarme le imprese fornitrici di dispositivi sanitari ad Asl e ospedali in Toscana. “La situazione è drammatica e il Covid temo sarà nulla rispetto a quello che accadrà a breve: se le cose non cambieranno saranno costrette a chiudere diverse aziende, in Toscana più di 300, provocando licenziamenti a valanga – dice Stefano Calderaro del Calderaro Medical Service di Firenze -. E questo perché i soldi che ci chiedono non li abbiamo: secondo il  meccanismo del payback sanitario dovrei pagare 500mila euro entro il 12 gennaio, ma non ce li ho. Altri colleghi sono stati chiamati a sborsare milioni di euro: ma nessuno li ha e nessuno ci ascolta”. Le conseguenze di questa situazione si prospettano gravissime. Simone Innocenti imprenditore presso Esse Chirurgica spiega: “Il problema economico sarà per noi e per il governo della Toscana, che non prenderà questi soldi perché noi non li abbiamo. Ma al di là di questo, il vero problema sarà per i pazienti. Perché saremo costretti a bloccare le forniture, e sottolineo non per nostra volontà. Questo significa che non ci sarà una siringa per fare un antidolorifico, uno stand coronarico per un infartuato, non ci sarà cotone emostatico per bloccare una emorragia, non ci sarà la maschera per l’ossigenazione. Sarà un dramma se moriranno uomini, donne e bambini per questo. Noi per coscienza e per legge non abbiamo mai potuto fare sciopero: mentre altre categorie di lavoratori possono scioperare ad esempio bloccando le strade, a noi non è concesso, perché non possiamo bloccare le forniture agli ospedali. Ma in queste condizioni saremo costretti per forza di cose a chiudere e dunque a bloccare le forniture, si presume dai primi di gennaio. Ci riuniremo e sarà decisa la data esatta del blocco. Ma ripeto: non vogliamo bloccare le forniture, non l’abbiamo mai fatto e mai vorremmo farlo, ma in queste condizioni siamo costretti a chiudere”.

“Mi sembra di stare vivendo una situazione assurda, perché abbiamo fatto tutto con gare pubbliche e fornito il materiale di cui avevano bisogno, che ci era stato richiesto, nulla di più”. “Io ho una azienda che fattura 3 milioni di euro l’anno – il guadagno è del 7% - ma mi hanno chiesto 2milioni e 400mila euro. Non avrei potuto pagare neppure se mi avessero chiesto 250mila euro, ma figuriamoci milioni di euro. Non possiamo far fronte a questa tassa, e andrà a finire che loro non prenderanno i soldi e in più il prossimo anno non ci saranno neppure aziende come le nostre che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo e il governo dovrà anche farsi carico di 112mila addetti licenziati che andranno a pesare sulle tasche dello Stato. Delle 4500 aziende in Italia chiuderanno, secondo una stima, in 3mila. In Toscana siamo 350 aziende, abbiamo fatto la riunione la settimana scorsa e in 330 chiuderanno. Abbiamo chiesto un incontro attraverso dei medici che hanno capito la problematica, avevamo un incontro in Consiglio Regionale con due consiglieri di Fratelli d’Italia. Siamo venuti in Regione, atteso un’ora, ma ci hanno poi comunicato che erano in riunione e al momento impossibilitati a riceverci. Siamo andati anche a Roma, ma senza nessun risultato: e questo perché hanno già preventivato di mettere questi soldi – 2 miliardi – in bilancio”. Maurizio Costanzo