Pasqua, vigilia senza uova benedette: i fedeli contestano la scelta del frate

Era un rito storico a Vittoria Apuana: ma il vescovo gli dà ragione

Monsignor Benotto

Monsignor Benotto

Vittoria Apuana (Lucca), 19 marzo 2018 - Niente più benedizione delle uova il sabato prima di Pasqua. E tra i parrocchiani e padre Guglielmo, reggente della chiesa di vittoria apuana, non pare proprio volare la colomba della pace.

La decisione del religioso di provvedere quest’anno alla benedizione il giorno stesso della Pasqua, alla Messa delle 10, ha fatto imbufalire i tanti fedeli: da sempre infatti, per scelta dell’allora Padre Domenico, la funzione avveniva il sabato, con affluenza nella chiesa di San Francesco anche di fortemarmini appartenenti ad altre parrocchie, ma desiderosi di poter osservare la tradizione di proporre le uova benedette nelle proprie case già per la colazione di Pasqua.

L’inversione di rotta di padre Guglielmo va a inasprire ulteriormente gli animi, dopo la fuga di catechisti e l’addio del coro di Vittoria Apuana.

A sostenere la scelta di Padre Guglielmo, arriva in soccorso l’autorevole parere dell’Arcivescovo monsignor Giovanni Paolo Benotto, con una lettera aperta ai parrocchiani.

«Sono venuto a conoscenza - scrive - di una abitudine praticata nella chiesa di Vittoria Apuana, cioè la benedizione delle uova nella mattina e nel pomeriggio del sabato santo invece che al termine della Veglia pasquale e delle Sante Messe del giorno di Pasqua, come avviene in tutte le chiese della diocesi e come prevedono le norme liturgiche della chiesa universale. Tale abitudine - aggiunge - era legata anticamente al fatto che la Veglia pasquale si celebrava nella mattina del Sabato santo. Papa Pio XII con la riforma liturgica del 1955 ripristinò il rito antico della Veglia pasquale, riportandola dalla mattina del Sabato santo alla notte tra il sabato e la domenica di Pasqua, col conseguente spostamento della benedizione dell’acqua santa, e quindi anche della benedizione delle uova, al termine della Veglia pasquale e delle Messe del giorno di Pasqua».

Dopo la formale spiegazione, l’Arcivescovo lancia poi un monito ai parrocchiani.

«Voglio sperare che ci sia in tutti sufficiente intelligenza e buon senso - dice - per accogliere serenamente questa novità che è ‘vecchia’ di ben 63 anni e che vuole richiamarci al fatto che la benedizione di Dio arriva non tanto perché mangiamo un uovo benedetto a colazione nel giorno di Pasqua, ma perché con fede e col cuore purificato dal sacramento della Confessione arricchito dalla grazia della Comunione, possono unirsi a Cristo risorto e ricevere da lui, anche grazie al segno dell’uovo benedetto, la pienezza della carità di Dio». Con buona pace (con tanto di ramoscello d’ulivo) dei parrocchiani.