"Affido condiviso, ma non nella realtà"

Intervista a Marino Maglietta che per primo si battè per una nuova legge. «Il concetto di bigenitorialità è ignorato dai magistrati»

Padri separati

Padri separati

Firenze, 27 ottobre 2019 - Marino Maglietta , professore di fisica da anni prestato al diritto, è presidente dell’associazione nazionale ‘Crescere Insieme’, fondata a Firenze nel 1993. Ma soprattutto è l’ideatore e il promotore dell’attuale legge sull’affido condiviso (la «54» del 2006) che rappresentò un’evoluzione epocale rispetto all’affido esclusivo. L’impianto innovativo della nornativa del 2006 era dato dal fatto che i figli avessero per la prima volta verso i genitori, ugualmente responsabili, pari diritti di ricevere educazione e cura, e pari opportunità di contatto. Maglietta, però, è anche il primo a storcere il naso verso quella che è stata una sua «creatura». Professor Maglietta, cosa non va nella legge «54» del 2006? «L’affido condiviso resta tale solo sulla carta. Di fatto l’applicazione è del tutto infedele. Il concetto di bigenitorialità, che la legge ha insito in sé, è ignorato dai magistrati che invece continuano a portare avanti un modello non confacente né alla legge, né alle esigenze dei figli». In che senso? «La magistratura mette in atto tutt’altra cosa, mette in atto un affidamento vecchia maniera dove c’è un genitore esterno al quale si chiede solo di pagare, fruendo di un archeologico “diritto di visita”, e un genitore convivente che è solo ad accudire e a decidere. Il nocciolo dell’affidamento condiviso è invece che per il figlio ci siano due genitori che gli sono vicini nella quotidianità, non uno solo. Quindi il travisamento della legge è totale». L’affido condiviso reale resta dunque un miraggio? «Assolutamente no, ci sono affidi ben confezionati e sa come nascono? Fuori dal sistema legale. Sono separazioni consensuali che passano, per esempio, dalla mediazione familiare. Se una coppia va in mediazione si fa assistere da una persona che tiene conto davvero dello spirito della legge sotto il profilo delle relazioni umane, cercando di ottimizzare le soluzioni e contenere i conflitti. E bene sottolineare che i conflitti, i dispetti, le guerre tra ex creano solo povertà. Se in una coppia che si separa ci fosse meno rancore si troverebbero più facilmente soluzioni collaborative, sicuramente meno dispendiose, e vantaggiose per tutt»i. Nelle battaglie processuali crescono le denunce di stalking e abusi sessuali. «Mah, le rispondo con una domanda-riflessione: sono forse strategie processuali?». Quanta disperazione ha visto negli anni? «Ho una poltrona che chiamo sedia del pianto. Ho sempre visto tanta disperazione da parte di tutt’e due i genitori. La fine di una relazione porta sempre e comunque sofferenza». Qual è il periodo più critico dell’anno per le coppie separate? «L’estate è drammatica, scatta sempre la contesa per accordarsi sul periodo delle vacanze. Una situazione che si ripete per Natale, Pasqua e compleanni». Ma c’è speranza per un cambiamento di rotta? «Da parte del sistema legale? Sì, a parte una riscrittura della legge che non permetta interpretazioni “soggettive”, vari tribunali stanno assumendo orientamenti “virtuosi”. Rammento Brindisi, Salerno, Catanzaro e, per la Toscana, Pistoia». © RIPRODUZIONE RISERVATA