Baywatch formato famiglia. Padre e figlia salvano 6 persone: "La nostra è una passione"

Bagnini eroi sulla spiaggia dell’Orange Beach di Tirrenia. Il mare mosso rischiava di far annegare i turisti E una donna è stata colta da un attacco cardiaco sotto l’ombrellone

Giulia, 19 anni appena compiuti, e Mario Angerosi, 54: sono figlia e padre bagnini

Giulia, 19 anni appena compiuti, e Mario Angerosi, 54: sono figlia e padre bagnini

Pisa, 28 luglio 2022 -  Il suo primo salvataggio è stato da record. Giulia Angerosi, 19 anni compiuti a maggio, con il padre Mario (54) ha tratto in salvo sei persone ieri mattina, tutte ospiti dell’area di spiaggia libera dell’Orange Beach di Tirrenia dove babbo e figlia sono bagnini. Ieri, il mare era mosso sul litorale pisano, un’onda lunga pericolosa in una zona dove le correnti sono strane e ci sono secche e buche, tanto da far installare dalla direzione cartelli di avviso per la clientela. Un anno fa, nelle vicinanze, era morto Khadim Mboup, studente dell’Ipsia Pacinotti di Pontedera.

"Il primo episodio – racconta la giovanissima Giulia – si è verificato intorno alle 12 quando abbiamo visto tre persone, un papà italiano con due figli, gesticolare perché in pericolo: non è stato facile tirare fuori il bambino più piccolo, circa 10 anni, la sorella ne avrà avuti 15". "Si è buttato subito mio padre – spiega Giulia – con le pinne e il baywatch, io gli sono andata dietro: erano a 50 metri dalla battigia, oltre le boe. Il bimbo aveva un piccolo galleggiante che lo stava trascinando al largo, gli abbiamo detto più volte di mollarlo". E’ stato Mario ad afferrarlo "e io l’ho portato a riva".

Il secondo salvataggio "è stato, invece, sotto l’ombrellone: a un certo punto il marito di una signora di 51 anni ha urlato il nome di mio padre. La moglie aveva avuto un malore serio: le faceva male il petto, non respirava, non si muoveva, ha perso conoscenza. Abbiamo usato il defibrillatore della struttura e l’ossigeno. Nel frattempo, ho chiamato il 118. Ho detto alla centrale che era urgente, che si trattava di un codice rosso. Ero in ansia perché è passato un po’ di tempo, mi è sembrata un’eternità. Abbiamo messo la donna su un telo e abbiamo aiutato il personale sanitario a portarla su in strada per consegnarla all’ambulanza. Non ho fatto in tempo a tornare alla mia postazione, mentre mio babbo stava ancora aiutando i soccorritori, che ho notato un altro papà sui 50 anni e il figlio, circa 8, che erano in mare troppo lontani. Ho fischiato loro per avvisarli, stavano andando troppo in là. Il piccolo si è accorto subito di quanto stava accadendo, l’adulto ha cominciato a fare cenno ‘venite qui - si faceva capire in qualche modo ‘non ce la facciamo’. Ho chiamato di nuovo Mario che si è buttato subito per non perdere tempo. Io l’ho raggiunto con il baywatch: li abbiamo portati a riva. Erano affaticati. È successo alle 14, quando avremmo dovuto staccare, lo abbiamo fatto dopo. E’ stato il mio primo salvataggio in assoluto - non per mio padre che giusto domenica scorsa ha usato anche il pattino - e mi ha già cambiato. Ho capito quanto sia importante salvare vite e vorrei fare proprio questo da adulta, prima ero scettica, adesso no".

Entrambi hanno il brevetto di bagnino rilasciato dalla sezione di Pisa, dottor Fiorenzo Meucci, della Società nazionale di salvamento, una realtà storica, nata addirittura nel luglio del 1871 dalla volontà di un gruppo di cittadini preoccupati del continuo verificarsi di casi di annegamento. "Mio padre ha svolto il corso molti anni fa", racconta Giulia Angerosi, "io tre anni fa, ma ho cominciato questo lavoro solo all’inizio dell’estate 2022 seguendo questa passione di famiglia che ora ha contagiato anche me".