Tim Cook entra nell’Osservatorio giovani-editori

Il ceo di Apple nell’International Advisory Council: insieme per il giornalismo di qualità

Il presidente dell'Osservatorio Andrea Ceccherini (a sx) e il ceo di Apple Tim Cook

Il presidente dell'Osservatorio Andrea Ceccherini (a sx) e il ceo di Apple Tim Cook

Firenze, 24 aprile 2018 - L’endorsement, l’appoggio a Andrea Ceccherini e al suo Osservatorio Permanente Giovani-Editori, c’era già stato. Fu chiaro a ottobre, quando il capo supremo della Mela morsicata arrivò a Firenze, ospite davanti a mille studenti del progetto Il Quotidiano in Classe, Tim Cook, erede designato di Steve Jobs alla guida dell’impero Apple, con una dichiarazione ebbe a chiarire il suo pensiero positivo nei confronti di questa realtà: «Io voglio l’Osservatorio negli Stati Uniti».

E ora che succede? Il colpo grosso. Il ceo di Apple da ieri è entrato a pieno titolo nella famiglia dell’Osservatorio, come membro dell’International Advisory Council (di cui fanno già parte, oltre a Ceccherini, anche i direttori del New York Times Dean Baquet, del Wall Street Journal Gerard Baker e l’ex direttore del Los Angeles Times Davan Maharaj) dell’organizzazione impegnata, ormai da diciotto anni, a sviluppare, con i suoi progetti, la coscienza critica dei giovani in Italia. L’assemblea dei soci, su proposta del presidente dell’Osservatorio, Andrea Ceccherini, ha approvato all’unanimità la nomina di Tim Cook.

«Noi alla Apple siamo impegnati a sostenere e difendere il giornalismo di qualità perché riteniamo che una stampa indipendente sia essenziale per una società libera – ha detto Cook –. Sono rimasto molto impressionato dal lavoro svolto dall’Osservatorio e sostengo in pieno la loro missione per aiutare i giovani a sviluppare le abilità necessarie a identificare le fonti delle notizie e l’informazione di qualità nel mondo di oggi».

Già, il pericolo e la grande opportunità che le fake news forniscono all’editoria tradizionale per difendere e riaffermare a pieno titolo il ruolo di certificatore delle notizie e così, altrettanto, alle piattaforme dell’informazione internet che dovranno tornare a essere attendibili: sfide da vincere con l’informazione di qualità, con il coraggio di cambiare, come appena pochi giorni fa Ceccherini aveva spiegato in occasione della presentazione della decima edizione del convegno internazionale Crescere tra le righe: il momento di confronto fra gli studenti del progetto Il Quotidiano in Classe (che a questo giro saranno 300), i big dell’editoria e il mondo delle istituzioni, che si terrà il 25 e 26 maggio nella splendida cornice di Borgo La Bagnaia, nella piena luce della campagna senese.

«E’ un piacere e un onore dare a Tim Cook il benvenuto a bordo dell’International Advisory Council – ha detto Andrea Ceccherini, con l’orgoglio del padrone di casa –. Sono convinto che Tim sarà una straordinaria fonte di ispirazione per tutti noi e non vedo l’ora di cominciare a lavorare insieme a lui. Noi abbiamo una visione comune. La visione che è alla base del giuramento degli indiani d’America, quando ricordano come il mondo non ci sia stato lasciato in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli, e come noi tutti abbiamo il dovere di renderlo un posto migliore».

E l'Osservatoriosbarcherà negli Usa? Lo scopriremo vivendo. Questo passo era stato suggellato anche nella cena al Museo dell’Opera del Duomo, quando Tim Cook sedette al fianco di Ceccherini, al tavolo del gotha dell’editoria italiana e del mondo imprenditoriale, tra gli altri, con il presidente di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti, con il presidente e amministratore delegato di Rcs MediaGroup Urbano Cairo e con Diego Della Valle. In quell’occasione Tim Cook si fermò per qualche giorno di break a Firenze e a Siena, ospite dell’Osservatorio e del suo presidente, rapito dalla bellezza della nostra arte. «Con lo spirito di lasciare un mondo migliore, convinti come siamo che ‘giovani ed educazione’ sia il binomio più potente per cambiare il mondo – ha concluso il presidente Ceccherini –. Vogliamo fare ancora di più per aiutare i giovani, a essere sempre meno sudditi e sempre più cittadini, sviluppando in loro quel pensiero critico, che li renderà uomini più liberi».