Gli ospedali toscani? Buoni, ma non i migliori. La classifica Usa

Nessuna struttura tra le cento eccellenze mondiali per gli americani di Newsweek. I primi tra gli 88 italiani sono Careggi e San Donato di Arezzo

Careggi

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Firenze, 26 settembre 2020 - Una sanità che si propone come modello, e che si fa forte di una dimostrata capacità di affrontare un’emergenza planetaria come quella del Coronavirus. Ma quel modello non è eccellenza vera secondo la prestigiosa rivista americana Newsweek che stilando la classifica dei migliori ospedali italiani ne individua 88 e sul podio non mette quelli toscani.

Prima della Toscana, tra i “Best Hospitals“ della ricerca, si sono Lombardia e Veneto, l’azienda universitaria fiorentina di Careggi è solo diciassettesima, seguita dal San Donato di Arezzo, e solo in fondo alla classifica compare Siena. E nessun nosocomio toscano compare nell’elenco dei cento migliori al mondo, che ne conta sette italiani, sparpagliati tra americani, canadesi svizzeri. giapponesi, coreani...

Vero è che la classifica è stata elaborata mesi prima che la pandemia da Coronavirus mettesse in crisi le strutture sanitarie di tutto il mondo, e che i migliori ospedali italiani sono nelle zone più colpite, e iIl Niguarda di Milano, unico tra i primi 50, è solo 47°. Forse il Covid cambierà anche le valutazioni ma la rivista sottolinea che ricercatori ed esperti coinvolti assicurano di poter identificare lo standard per un’assistenza eccellente. Da settembre a novembre dello scorso anno “Statista”, in collaborazione con GeoBlue, ha invitato medici, dirigenti ospedalieri, infermieri e operatori, nei 21 paesi selezionati a rispondere ad un sondaggio online.

Le classifiche dei migliori ospedali al mondo, e di quelli selezionati nei 21 paesi scelti, pubblicata sul sito web di Newsweek, vengono stilate in base al tenore e all’aspettativa di vita, alle dimensioni della popolazione, al numero di ospedali e alla disponibilità dei dati. Le valutazioni tengono conto di diversi criteri: l’opinione degli operatori sanitari, la soddisfazione del paziente ricoverato, i parametri sule pratiche mediche attive come la qualità del trattamento e le misure igieniche, il rapporto numerico tra pazienti, medici e infermier i.

Così il “testa a testa” tra Careggi e il San Donato di Arezzo è una grande soddisfazione per il direttore generale dell’Asl Antonio d’Urso che si dichiara non stupito.

«E’ la conferma dell’assoluta eccellenza della sanità aretina", e più in generale di tutta quella dell’area sud-est, aggiunge sottolineando il 48° posto dell’ospedale della Misericordia di Grosseto. Tra i due ci sono il Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli e l’Azienda universitaria Pisana. Alle spalle di Grosseto si fermano il Santa Maria Nuova di Firenze (54°), l’azienda ospedaliera di Perugia (63), l’ospedale della Versilia (67), il presidio Felice Lotti di Pontedera (78). Ma, se Arezzo sorprende in positivo, Siena lascia perplessi per la ragione opposta: la sua prestigiosa azienda ospedaliera universitaria di Santa Maria alle Scotte secondo la classifica di Newsweek è solo l’85ª tra gli 88 migliori ospedali italiani individuati da Newsweek e dagli esperti di “Statista”.

La liquida in fretta il direttore generale Valtere Giovannini. "Si tratta di graduatorie – sostiene – che non rispondono a dati oggettivi e a valori assoluti. Come ad esempio lo sono il Piano Nazionale Esiti dell’Agenas o l’indagine MES, redatta dal Sant’Anna di Pisa per le strutture sanitarie della Toscana. E’ un’indagine che tiene probabilmente conto più di dinamiche di marketing che di parametri oggettivi".

Dove e come curarsi dunque? Visto che le classifiche forse non ci aiutano più di tanto, cominciamo a ricordare quel che diceva Ippocrate: "Se si riuscisse a dare a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico avremmo trovato la strada per la salute".