Firenze, 10 novembre 2022 – Firmato mesi fa è diventato operativo da oggi l'accordo tra Associazione italiana distribuzione automatica (Confida) e Fondazione Banco Alimentare che prevede la raccolta e la donazione delle eccedenze alimentari del settore della distribuzione automatica da parte di Banco Alimentare ad enti convenzionati che offrono aiuto a famiglie e persone in difficoltà. È un accordo importante perché la Toscana conta 224 imprese nel settore: 62 a Firenze, 29 a Prato, 27 a Pisa, 21 ad Arezzo, 20 a Lucca, 19 a Livorno, 17 a Pistoia, 11 a Siena, e 9 rispettivamente a Grosseto e Massa Carrara. E in Italia il settore della distribuzione automatica è il comparto in cui il Paese è leader a livello internazionale. Con oltre 820 mila distributori automatici installati in tutta Italia, l'Italia precede la Francia che ne ha 626 mila e la Germania con 611 mila. "L'iniziativa promossa da Confida e Banco Alimentare raggiunge la Toscana, una nuova regione in cui la distribuzione automatica diventerà presto solidale - ha commentato Pio Lunel, presidente delle imprese di gestione di Confida -. L'obiettivo di questo accordo sottoscritto dall'Associazione e dalla Fondazione durante Venditalia prevede una maggiore attenzione in ottica di sostenibilità ed è volto a dire addio alle eccedenze nel settore del vending". Come evidenziato da Leonardo Berni, presidente del Banco Alimentare della Toscana Odv "stiamo attraversando anni difficili, con richieste di aiuto in aumento. Come Banco Alimentare facciamo tutto il possibile per supportare le Strutture Caritative che si rivolgono a noi, coscienti che da soli non possiamo andare lontano. Lavoriamo in rete, costruiamo ponti, cerchiamo sinergie. Il nostro scopo, quello che ci muove singolarmente e come Associazione, è “condividere i bisogni per condividere il senso della vita”. La collaborazione con Confida, che oggi diventa operativa, è una cosa grande. Non è scontato vedere persone e aziende che si muovono gratuitamente per rispondere al bisogno di chi si trova in difficoltà. Per noi, ma soprattutto per i nostri assistiti, l’unica cosa che dà veramente speranza è vedere che non siamo soli nell’affrontare le difficoltà”. Niccolò Gramigni