Ecco la comunicazione 'non ostile'. "L’arma per sconfiggere l’odio"

Il manifesto redatto dall’associazione di Rosy Russo sarà adottato dal Consiglio regionale toscano

L’odio spesso corre sui social e gli adolescenti sono le prime vittime di una "guerra"

L’odio spesso corre sui social e gli adolescenti sono le prime vittime di una "guerra"

Firenze, 25 novembre 2021 - Rosy Russo è la presidente di "Parole O_Stili", nata a Trieste nel 2016. L’associazione ha redatto "Il Manifesto della comunicazione non ostile" per contrastare l’odio in Rete. In occasione della Festa della Toscana, il Consiglio regionale adotterà il Manifesto per diffonderlo.

La Toscana accende i riflettori sull’odio e sulla necessità di contrastarlo. Perché siamo arrivati ad atteggiamenti così ostili? Ignoranza, egoismo, altro? "L’odio, come l’amore, è un sentimento forte e con mille sfaccettature. Per questo motivo i sentimenti di ostilità sono mossi da tante motivazioni diverse, ed è sempre stato così. La pandemia ci ha resi più fragili emotivamente e questo ha favorito la polarizzazione delle opinioni". La Rete è una valanga di ‘contro’, spesso con offese. "Vivere il digitale è questione di educazione e cultura. Per questo Parole O_Stili promuove innanzitutto l’acquisizione di competenze digitali, partendo da “virtuale è reale” e dalla consapevolezza che quello che facciamo/diciamo online ha conseguenze anche nella vita reale. La strada migliore non è sanzionare ma investire nella crescita delle persone per migliorare le nostre relazioni digitali e il modo di confrontarci dentro e fuori la Rete". Il vostro manifesto sarà adottato dal Consiglio regionale toscano. Un bel segnale. "L’impegno delle istituzioni è un passo molto significativo. E dare l’esempio è il modo più concreto per attivare quel processo di cambiamento culturale di cui parlavamo prima. Ad oggi in italia sono più di 400 le amministrazioni che hanno adottato il Manifesto come carta etica per comunicare meglio con i cittadini. La Toscana è la prima regione che ha scelto di firmare una dimostrazione di impegno e sensibilità che ci auguriamo possa attivare anche le iniziative di altri regioni". Poi va diffuso. A chi in primis? Ai nostri ragazzi e ai genitori? "Il lavoro quotidiano della nostra associazione attraverso il Manifesto è di coinvolgimento a più livelli. Scuola, famiglie e imprese sono i grandi assi all’interno dei quali operiamo. Lavoriamo molto con le scuole perché sono l’habitat naturale dove poter coltivare una buona cultura del confronto e dell’uso del digitale. In 5 anni abbiamo coinvolto quasi 2 milioni di studenti e oltre 250 mila insegnanti attraverso attività formative e attraverso le oltre 400 attività didattiche disponibili gratuitamente sulla piattaforma www.ancheioinsegno.it sviluppata con il Ministero dell’Istruzione". Lei è mamma di quattro figli. Che gli dice quando accendono gli strumenti digitali? "Provo a chiedere loro dove vanno, e chi incontrano… Se dopo 6 ore di scuola faccio il terzo grado su come è andata, perchè non interessarmi anche per le ore che vivono online? come parlavo, come trattano gli altri... Ricordiamoci che viviamo una realtà onlife, dove il virtuale e reale sono esattamente la stessa cosa ed è proprio per questo che non possiamo non accompagnare i nostri figli all’interno delle stanze digitali che vivono quotidianamente". Tra i messaggi del manifesto forse il più chiaro, immediato e incisivo è: le parole hanno conseguenze. "Nanni Moretti diceva che le parole sono importanti… Bisognerebbe partire da questa consapevolezza. Eppure quanta poca attenzione dedichiamo a sceglierle con cura? E così capita che le conseguenze siano insostenibili. Pensiamo a tutti quegli atti di cyberbullismo che diventano d’ostacolo per la crescita e lo sviluppo. E poi parole ostili sul posto di lavoro. E tanti casi di body shaming (critiche sull’aspetto fisico) e revenge porn (diffusione di video intimi sui social o in chat): fenomeni sempre più presenti nelle vite di giovani e adulti". Chi subisce le maggiori conseguenze? "Così come nella nostra vita offline sono sempre le categoria più fragili a subire parole ostili. Persona con disabilità, migranti, omosessuali e donne sono tra i bersagli preferiti, ce lo segnalano ogni anno le rilevazioni che conduciamo per monitorare la situazione in rete. Ricordiamoci sempre che sono persone...".