La Toscana ha le culle sempre più vuote: i morti sono il doppio dei nati

Incertezza economica e mancata parità di genere tra le cause della denatalità

Bambini a scuola

Bambini a scuola

Firenze, 17 maggio 2021 - Dati inquietanti: la denatalità in Toscana avanza a passi da gigante. Negli anni 2019 e 2020 in Toscana sono nati 45.785 bambini e sono morte 91.812 persone. I morti hanno superato i nati di 46.027 unità. L’allarme è stato lanciato a fine aprile da "Toscana Oggi".

"Non ci sono più bambini, presto scuole vuote" ha titolato il settimanale della Chiesa in base alle analisi del demografo Roberto Volpi. Ieri anche l’Università di Firenze ha rilanciato l’allarme con la lezione domenicale degli incontri con la città tenuta dal demografo Daniele Vignoli.

"Nel 2020 i nati in Italia sono stati 404mila, minimo storico, mentre i morti sono stati 746mila, massimo storico; meno 342mila, mai così dal 1918". Si è passati dal baby boom degli anni Sessanta, con picco nel 1964, al baby bust degli anni Ottanta, una ’ripresina’ tra la fine del secolo scorso e il primo decennio del 2000, per arrivare alla grande recessione tra il 2012 e il 2014 e al tempo dell’incertezza attuale.

I principali ostacoli, secondo Vignoli, stanno nell’uguaglianza di genere che non c’è ("più donne inserite nel mercato del lavoro vuol dire più figli") e nell’incertezza economica specialmente per i giovani. Nell’uguaglianza di genere complessiva, in una classifica di 144 paesi nel mondo, "l’Italia risulta solo 82esima".

Il posizionamento "precipita per la parità di genere nella partecipazione lavorativa, 89esimo posto, nella situazione economica, 118esimo posto, nei salari femminili, 103esimo posto e per il gap salariale di genere, 126esimo posto". E "da un nostro studio emerge come l’incertezza lavorativa abbia un effetto non tascurabile sul rinvio del primo figlio" spiega il demografo.

E il Covid? "Alcune indagini condotte durante i primi mesi della pandemia hanno mostrato che le intenzioni di fecondità degli italiani sono state riviste al ribasso più di quelle dei coetanei tedeschi, francesi o britannici".

Fondamentale, secondo Vignoli, conoscere a fondo la demografia per orientare le scelte politiche. Invece "le politiche demografiche dichiaratamente pro-nataliste sono sempre state viste con diffidenza, retaggio del secondo dopoguerra e degli echi del regime fascista". Ma non solo: anche la ricerca del consenso elettorale influenza.

«La popolazione anziana rappresenta un bacino elettorale chiave a livello politico. L’elettore mediano per la Camera ha 50 anni, quello del Senato 53 e diventerà quasi sessantenne tra un ventennio". Vignoli ha sottolineato quindi che a breve termine l’immigrazione può limitare la denatalità e a medio termine bisogna mettere in atto provvedimenti che guardino con massima attenzione ai giovani e alle giovani coppie. Continuando così "quella toscana è una popolazione destinata all’estinzione. E non nel giro di millenni. Un paio di secoli, dicono i calcoli. La partita si gioca ora. La politica nonostante l’assegno unico non ha fin qui dimostrato di volerla o saperla giocare come necessiterebbe" ha scritto Volpi su "Toscana Oggi".

Le ripercussioni sono immediate sulla scuola. Il rischio è di avere presto aule sempre più vuote. In Toscana la popolazione scolastica è di 449.651 studenti, pari al 12,2 % degli abitanti della regione mentre in Italia la popolazione di 0-14 anni è il 13% del totale degli abitanti, mentre è il 15,1% nell’Unione Europea.

E la politica? "Il Governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare coppie e giovani donne. Al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Da luglio entrerà in vigore per autonomi e disoccupati che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori" ha annunciato il premier Draghi.