"Fatemi vivere le Feste a casa". Appello della ragazzina ‘prigioniera’

Ospite di un centro per minori ma da agosto doveva tornare in famiglia

L'appello di una ragazzina ospite in un centro èer minori: "Fatemi vivere Natale a casa"

L'appello di una ragazzina ospite in un centro èer minori: "Fatemi vivere Natale a casa"

Firenze, 12 dicembre 2018 - Sperava di tornare a casa già ad agosto. Ora vorrebbe almeno passare con i suoi familiari le feste di Natale. Sempre che la burocrazia non continui a dilatare i tempi, a dispetto degli affetti e dei desideri di una ragazzina che vorrebbe solo ritrovare un po’ di tranquillità. Protagonista di questa storia che non ha ancora un lieto fine è Giulia (il nome è di fantasia), una 16enne della provincia di Firenze, con un’adolescenza non semplice e che oggi vive in una comunità per minori lontana da casa, in un’altra città della Toscana. Un caso di cui si sta occupando, nel tentativo di arrivare prima possibile a una soluzione, il difensore civico della toscana, Sandro Vannini.    La storia inizia qualche anno fa quando Giulia, per una serie di dissidi fra i genitori sui metodi educativi, viene affidata dal giudice ai nonni. Ma anche questa nuova fase della sua vita si rivela complicata. Qualcosa non funziona e i nonni chiedono l’intervento dei magistrati che, stavolta, la affidano a una struttura ad hoc.

Giulia esce quindi da un contesto familiare ed entra in quello di un centro dedicato a ospitare minori in difficoltà. Dovrebbe trattarsi solo di una fase provvisoria, prevista fino allo scorso agosto. Poi, secondo i giudici, si penserà a reinserirla in una famiglia. Non specificano quale (se con i nonni, i genitori o altro) ma si dovrà valutare di farla uscire da quella comunità che le sta stretta.

Eppure, siamo a dicembre, Giulia è sempre lì. Lei che chiede di tornare a casa, ma non può. Lei che vorrebbe vedere i genitori, ma è autorizzata a farlo solo per due ore a settimana e alla presenza degli assistenti sociali. Lei che vorrebbe telefonare, ma ha il cellulare solo per 10 minuti al giorno e per tre chiamate al massimo.

Lei che vorrebbe scegliere la scuola dove andare e invece deve accontentarsi di quella più vicina alla struttura che la ospita. «Ci siamo occupati di questo caso – spiega il Difensore Civico della Toscana, Sandro Vannini – perché ci sembra assurdo che una ragazzina abbia meno libertà di un carcerato, soprattutto a fronte di una sentenza del tribunale di Firenze, dell’aprile 2018, che sollecita un progetto alternativo al centro che oggi la ospita. Ho coinvolto anche il difensore del garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, nella sua veste di garante dei soggetti privati a vario titolo della propria libertà, e insieme stiamo sollecitando tutti i soggetti coinvolti».    Il difensore civico ha scritto poi al comune coinvolto (con i relativi servizi sociali), al tribunale per i minorenni e alla società della salute. «Purtroppo al momento non abbiamo avuto risposta – prosegue il difensore civico della toscana – ma andremo avanti. vogliamo capire perché i servizi sociali non abbiano rispettato i termini del dispositivo giudiziario, che chiedeva di elaborare un progetto alternativo alla permanenza della minore in comunità, tenendo conto delle possibili risorse in ambito familiare.

La ragazzina non sta bene lì e ci dicono i genitori che stia iniziando anche a darne segno evidente». Non è facile, a sedici anni, mantenere un equilibro lontano dai propri affetti. 

«Speriamo che la questione venga risolta a giorni – conclude il Difensore Civico – e che la ragazza possa tornare a casa prima di Natale». Passare le feste in famiglia, con l’affetto e il calore dei propri cari, sarebbe per lei il regalo più bello.