Morbillo, in Toscana 168 casi nel 2017. Appello dell'Asl a vaccinarsi

Nel 2016 erano stati appena 6 quelli notificati nell'azienda Asl Toscana Centro

Vaccinazioni(Foto di archivio)

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Firenze, 8  febbraio 2018 - Sono stati 168 i casi di morbillo notificati nell’Azienda Asl Toscana centro nel 2017: 124 a Firenze, 26 nell’area pistoiese, 9 in quella pratese e altri 9 ad Empoli. Nel 2016 i casi registrati erano stati appena 6: 3 ad Empoli e altri 3 a Firenze. Aumenta, dunque, il numero delle persone che si ammalano di morbillo; a gennaio di quest’anno i casi notificati sono già stati 10 (9 a Pistoia e 1 a Prato). Lo scorso anno si è registrato un picco epidemico e i servizi di igiene e sanità pubblica, temono che possa ripetersi anche nell’anno in corso, dal momento che la copertura vaccinale della popolazione è ben inferiore al 95%, che è considerata la soglia minima di protezione per ridurre drasticamente la circolazione del virus.

L’Azienda Asl Tc (in particolare attraverso le unità funzionali complesse di Igiene Pubblica e Nutrizione delle aree territoriali di Empoli, Firenze, Pistoia e Prato del Dipartimento di Prevenzione), invita la popolazione a vaccinarsi, ricordando che il morbillo è una malattia molto contagiosa che può determinare complicanze anche gravi. Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse. Il morbillo è una malattia che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite, ma può trasmettersi anche agli adulti. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre.

Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. La malattia ha una durata compresa tra i 10 e i 20 giorni. La persona è contagiosa già da qualche giorno prima dell’inizio dei sintomi; i primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.

La contagiosità è massima nel periodo in cui ha la febbre e l’eruzione cutanea. E’ importante che nel periodo di contagiosità il malato non venga a contatto con altre persone non protette anche se il soggetto può essere già contagioso prima della comparsa dei sintomi. Non ci sono farmaci specifici contro il morbillo, la terapia è per lo più sintomatica. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si dovrebbe ammalare più per l’intera durata della vita. Chi non è certo di avere avuto la malattia dovrebbe comunque vaccinarsi. Il vaccino del morbillo appartiene ai vaccini vivi attenuati, capaci cioè di stimolare la produzione di anticorpi senza provocare i danni della malattia naturale. Il vaccino esiste in forma associata a quello contro la parotite e la rosolia (Mpr) o contro la parotite, la rosolia e la varicella (Mprv).Per una protezione completa sono previste due dosi di vaccino, sia negli adulti che nei bambini. La Legge 119/2017 ha introdotto l’obbligatorietà della vaccinazione contro il morbillo nella fascia di età 0-16 anni. La vaccinazione dei soggetti non protetti, ribadiscono dai servizi di Igiene Pubblica e Nutrizione, resta l’unica arma di prevenzione efficace individuale e collettiva.