Monte Serra, il bosco incendiato rinasce sulle tele di Roberto Ghezzi

La sua 'naturografia' permetterà alla flora e alla fauna di lasciare le tracce della ripresa del Serra

L'artista di Cortona, Roberto Ghezzi

L'artista di Cortona, Roberto Ghezzi

Pisa, 13 marzo 2019 – Dedica il suo estro e la sua genialità al Monte Serra. L’artista Roberto Ghezzi riprodurrà la rinascita del monte ferito su delle speciali tele bianche lasciate, per mesi e mesi, tra i ceppi bruciati nella zona di Montemagno. Il pittore avvenirista di Cortona, formatosi all’accademia delle belle arti di Firenze, ha scelto l’area devastata dall’incendio per la sua nuova installazione, che registrerà la ripresa delle aree colpite dalle fiamme. Non saranno pennelli e acrilici a fissare quest’immagine, ma la fauna e la flora che si stanno riappropriando del Monte Serra. Ghezzi, infatti, è l’ideatore di una particolare tecnica di pittura: la naturografia, marchio registrato che descrive la pratica artistica di creare attraverso la natura, che utilizzerà sul Serra.

Roberto, come nasce l’idea? “L’idea di una tecnica che possa interagire con l’ambiente è nata 15 anni fa. Non è una rappresentazione classica della natura, ma una vera e propria interazione con i luoghi. Queste tele sono realizzate in materiali naturali e sono trattate con dei reagenti organici che reagiscono con la natura, diventando un essere vivente. Le ho già posizionate a forma di spirale aurea sul monte per richiamare l’armonia tra la natura e l’uomo. È una tecnica speciale che ho sperimentato in altre parti del mondo, e ora la porto anche sul Monte Pisano”.  

Si tratta di una rappresentazione oltremodo dinamica, il disegno finale è imprevedibile… “Oltre che imprevedibile è sempre nuovo fin quando non prelevo le tele. È un’opera che vive insieme al bosco. Anche questo fa riflettere: non rappresenterà un momento ma un arco temporale. Tutto quello che avviene in quei 4-5 mesi dovrebbe lasciare una piccola traccia sulle tele e in questo caso le tracce della memoria, ma anche della rinascita.  

Quale messaggio vuole trasmettere? “Non solo solidarietà. È anche una ricerca personale. Il fuoco distrugge, ma la natura è più forte di quelle fiamme appiccate dagli uomini. Il mio è un messaggio di forza e di resistenza. Vorrei che rimanesse nelle tele traccia di questo.  

Il suo intento quindi è fissare un istante, lungo mesi, del bosco e della sua rinascita… “Le toglierò solo quando ci saranno i segni della rinascita del bosco. É la prima volta che faccio un’installazione in un luogo colpito dall’incendio. È un lavoro inedito e ringrazio la dottoressa Paola Iacopetti che, conoscendo la mia ricerca artistica, mi ha coinvolto in questo progetto patrocinato dal comune di Calci”.  

Michele Bulzomì