Traumi alla testa, camera distrutta. Il mistero sulla morte di un ragazzo

Massa, aveva 23 anni ed è arrivato al pronto soccorso in condizioni disperate. Poco dopo il decesso. I primi esami: alcol e oppiacei nel sangue. Il cranio rotto per i colpi sferrati contro il cancello di casa

Mistero per la morte di Bruno Lima Do Amaral

Mistero per la morte di Bruno Lima Do Amaral

Marina di Massa (Massa Carrara), 24 luglio 2020 - «Un ragazzo d’oro, un gran lavoratore". Il giudizio dei titolari di "Pesce Baracca", il ristorante in cui lavorava, fa a pugni con il freddo referto dei medici che parlano di morte per commozione cerebrale e assunzione di oppiacei. Bruno Lima Do Amaral, brasiliano, ha spezzato le speranze e i progetti dei suoi 23 anni in una crisi che lo ha portato a scaraventarsi contro il muro e un cancello dove l’unica spiegazione, visto il test positivo dei sanitari, potrebbe essere l’assunzione di oppiacei. Il giovane, che aveva frequentato il triennio dell’alberghiero, aveva da poco coronato il sogno dell’assunzione a tempo indeterminato in uno dei più gettonati locali della Versilia. Al "Pesce Baracca" la mamma lo aveva preso, come ogni sera, giovedì notte alla fine del turno di lavoro. Il breve tragitto a casa, ai Ronchi di Marina di Massa, dove la famiglia vive in una villetta. Lì – è il racconto della madre agli inquirenti – Bruno è rimasto in salotto. Era normale. Tranquillo". Poi il disastro, la catastrofe che ha distrutto la vita di un giovane nel pieno delle speranze e quella di una madre. E’ stata la donna a chiamare il 118 impressionata. Un comportamento mai visto prima: la camera a soqquadro, la casa sottosopra. All’arrivo dei soccorsi, i sanitari con difficoltà hanno sedato il ragazzo che, in preda a un attacco violento, si è scatenato contro il cancello di ferro dando testate anche al muro di casa. Così lo hanno trovato i poliziotti contro i quali ha inveito. Attimi di follia finiti con una corsa all’ospedale del Noa di Massa dove, viste le condizioni disperate, i medici hanno disposto il trasferimento alla neurochirurgia dell’ospedale pisano di Cisanello. Lì la corsa contro il tempo di medici e specialisti che non sono riusciti in quello che sarebbe stato un miracolo: il ragazzo aveva un profondo trauma cranico, commozione cerebrale e la frattura del setto nasale. Da qui la morte, inevitabile. Dalla prime analisi, ma sarà l’autopsia disposta dalla Procura a chiarire ogni mistero, si parla di tasso alcolemico e di presenza di oppiacei nel sangue. Adesso sta alla squadra mobile della polizia di Massa chiarire ogni aspetto di una vicenda che al momento ha ancora troppi contorni oscuri. Si stanno già passando al setaccio gli ambienti degli spacciatori per capire chi fossero gli ultimi contatti avuti dal ragazzo che, come raccontano gli stessi inquirenti, non aveva alcun precedente di droga o di spaccio. Anche dal sopralluogo della sua camera e della casa in cui viveva con la madre non è stato trovato alcun elemento riconducibile a giri di droghe. Fondamentale sarà la visione del cellulare e dei computer del ragazzo: scatole nere che potranno raccontare molto. Se la polizia sta indagando sull’ambiente dello spaccio dalla riviera apuana a quella della Versilia, i familiari si sono affidati agli avvocato Matteo D’Amico e Corrado Buselli che avranno il compito di fare luce su una vicenda che al momento nessuno riesce a spiegarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA