Miocardite, con infezione Covid rischio undici volte superiore

A dirlo un'indagine fatta in Inghilterra su 43 milioni di persone e pubblicata sulla rivista 'Circulation'

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Roma, 22 agosto 2022 – Chi ha avuto un'infezione da Covid-19 rischia undici volte di più di sviluppare una miocardite rispetto a chi ha ricevuto un vaccino o una dose di richiamo. E' quanto emerge da una ricerca condotta in Inghilterra su 43 milioni di persone dai 13 anni in su e pubblicata sulla rivista 'Circulation'. Diversi studi e rapporti precedenti di agenzie di salute pubblica in tutto il mondo, inclusi i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, avevano evidenziato un potenziale aumento del rischio di miocardite legato al vaccino mRna Covid-19.

Cos'è la miocardite e cosa dice lo studio inglese Tipicamente innescata da un'infezione virale, la miocardite è l'infiammazione dello strato intermedio della parete del muscolo cardiaco, il miocardio. Questa condizione è rara e può indebolire temporaneamente o permanentemente il muscolo cardiaco e il sistema elettrico del cuore. Un episodio di miocardite può risolversi da solo o con un apposito trattamento e può causare danni permanenti al cuore. Nella popolazione generale, in condizioni 'normali' si stima che a circa 10-20 persone ogni 100mila venga diagnosticata la miocardite ogni anno, secondo la dichiarazione scientifica sulla miocardite del 2021 dell'American Heart Association. Ora però è stato condotto uno studio di massa considerando un periodo cruciale della pandemia, tra il primo dicembre 2020 e il 15 dicembre 2021.

"Abbiamo scoperto che in questo ampio set di dati, l'intera popolazione dell'Inghilterra vaccinata contro il Covid-19 durante un importante periodo di 12 mesi della pandemia, quando i vaccini sono diventati disponibili per la prima volta, il rischio di miocardite dopo la vaccinazione contro il Covid-19 era piuttosto piccolo rispetto al rischio di miocardite dopo l'infezione dallo stesso virus", afferma la prima autrice dello studio Martina Patone del Dipartimento Nuffield di scienze della salute primaria presso l'Università di Oxford. "Questa analisi fornisce informazioni importanti che possono aiutare a guidare le campagne di vaccinazione, in particolare da quando la vaccinazione contro il Covid-19 si è espansa in molte parti del mondo per includere bambini di appena sei mesi".

Come si è svolto lo studio inglese In questo studio, Patone e colleghi hanno valutato il database di immunizzazione nazionale inglese delle vaccinazioni Covid-19 per tutte le persone di età pari o superiore a 13 anni che avevano ricevuto almeno una dose di ChAdOx1 (un vaccino a due dosi sviluppato dall'Università di Oxford e AstraZeneca), del vaccino Pfizer-BioNTech o del vaccino Moderna (gli stessi vaccini mRNA disponibili negli Stati Uniti) tra il primo dicembre 2020 e il 15 dicembre 2021. Questo set di dati ha totalizzato quasi 43 milioni di persone, di cui oltre 21 milioni che avevano ricevuto una dose di richiamo di uno qualsiasi dei vaccini (il che significa che avevano ricevuto un totale di tre dosi di un vaccino Covid-19). Il database ha dettagliato il tipo di vaccini ricevuti, le date di ricezione e il sequenziamento della dose, insieme alle informazioni demografiche individuali tra cui età e sesso per ogni individuo. Quasi 6 milioni di persone sono risultate positive all'infezione prima o dopo la vaccinazione contro il Covid-19 durante il periodo di studio.

I dati del database di vaccinazione nazionale dell'Inghilterra sono stati quindi incrociati e abbinati con ulteriori dati sull'infezione da Covid, sui certificati di ricovero ospedaliero e di morte per lo stesso periodo, dal primo dicembre 2020 al 15 dicembre 2021. Gli individui sono stati classificati in base a età e sesso per rivelare quali gruppi avevano il rischio più alto di miocardite dopo un vaccino Covid-19 o dopo l'infezione e il ricovero in ospedale.

I risultati della ricerca Nel set di dati complessivo di quasi 43 milioni di persone, le analisi hanno rilevato i seguenti risultati. Meno di tremila (2.861) persone, ovvero lo 0,007 per cento, sono state ricoverate in ospedale o sono morte per miocardite durante il periodo di studio di un anno e 617 di questi casi di miocardite si sono verificati tra uno e 28 giorni dopo aver ricevuto una vaccinazione Covid-19, di cui 514 sono stati ricoverati in ospedale. Le persone che sono state infettate da Covid-19 prima di ricevere qualsiasi dose dei vaccini erano undici volte più a rischio di sviluppare miocardite durante i giorni 1-28 dopo un test positivo per Covid-19. Il rischio di miocardite correlata all'infezione da Covid è stato dimezzato tra le persone infettate dopo la vaccinazione (che hanno cioè ricevuto almeno una dose di un vaccino).

Il rischio di miocardite è aumentato dopo una prima dose del vaccino ChAdOx1 e dopo una prima, seconda e terza dose di uno qualsiasi dei vaccini mRNA. Tuttavia, il rischio di miocardite associata al vaccino era inferiore rispetto al rischio di miocardite associata a infezione da Covid-19, tranne che dopo una seconda dose del vaccino Moderna. Il rischio di miocardite è risultato essere più elevato durante i giorni 1-28 dopo una seconda dose del vaccino Moderna per persone di tutti i sessi e tutte le età, e il rischio persisteva anche dopo la terza dose del vaccino Moderna. Tuttavia, le persone che hanno ricevuto una dose di richiamo di Moderna erano, in media, più giovani rispetto a quelle che hanno ricevuto una dose di richiamo del vaccino ChAdOx1 o Pfizer-BioNTech, pertanto i risultati potrebbero non essere generalizzabili a tutti gli adulti.

Rischio di miocardite associata al vaccino Covid-19 tra le donne Dei quasi 21 milioni di donne, 7,2 milioni, pari al 34 per cento, avevano meno di 40 anni ed è stato riscontrato un rischio leggermente aumentato di miocardite in questa fascia di età dopo aver ricevuto una seconda dose del vaccino Moderna: sette casi in più stimati di miocardite per ogni milione di donne vaccinate. Tra le donne di età superiore ai 40 anni, un leggero aumento del rischio di miocardite è stato associato alla somministrazione di una prima o terza dose del vaccino Pfizer-BioNTech, rispettivamente tre e due casi aggiuntivi stimati di miocardite per ogni milione di donne vaccinate. Tra le donne di età inferiore ai 40 anni, il rischio di miocardite associata a infezione era maggiore rispetto al rischio di miocardite associata a vaccino: otto casi in più associati all'infezione prima della vaccinazione. Infine, tra le donne di età superiore ai 40 anni, il rischio di miocardite associata a infezione era maggiore rispetto al rischio di miocardite associata a vaccino: 51 casi in più associati all'infezione prima della vaccinazione.

Rischio di miocardite associata al vaccino Covid-19 tra gli uomini Tra i 18 milioni di uomini nel set di dati, che hanno tutti ricevuto almeno un vaccino contro il Covid, più di 6 milioni (pari al 34 per cento) avevano meno di 40 anni. Un aumentato rischio di miocardite associata al vaccino è stato riscontrato negli under 40 dopo una prima dose di uno dei vaccini mRna (4 e 14 casi extra stimati per ogni milione di uomini vaccinati rispettivamente con il vaccino Pfizer o Moderna), o una seconda dose di uno qualsiasi dei tre vaccini disponibili in Inghilterra durante il periodo di studio: 14, 11 e 97 casi aggiuntivi stimati di miocardite per ogni milione di uomini vaccinati, rispettivamente per ChAdOx1, Pfizer-BioNTech o Moderna.

Anche l'aumento del rischio di sviluppare miocardite tra i maschi di età inferiore ai 40 anni era maggiore dopo aver ricevuto due dosi del vaccino Moderna rispetto al rischio di miocardite dopo l'infezione da Covid. I ricercatori hanno notato, tuttavia, che l'età media delle persone che hanno ricevuto il vaccino Moderna era di 32 anni, rispetto alla maggior parte di coloro che hanno ricevuto gli altri vaccini avevano piùdi 40 anni. Negli uomini di età pari o superiore a 40 anni, è stato riscontrato un rischio leggermente aumentato di miocardite dopo una dose di richiamo di uno dei due vaccini mRna (Pfizer-BioNTech o Moderna): tre casi extra stimati di miocardite per ogni milione di uomini vaccinati con uno dei due vaccini mRna.