Zona bianca, mascherine all'aperto ancora per un mese. Ecco quando può finire l'obbligo

Il governo è pronto a cancellare l’obbligo il 15 luglio. Da lunedì mezza Italia bianca, ipotesi stop ad agosto per lo stato d’emergenza

Turisti in piazza San Marco a Venezia (Ansa)

Turisti in piazza San Marco a Venezia (Ansa)

Da lunedì prossimo più di mezza Italia sarà in fascia bianca, si comincia già a pensare all’estate "a viso aperto", ma con un dubbio; quando ce la potremo levare definitivamente la mascherina? Così, mentre dal 14 giugno anche Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Provincia di Trento dovrebbero fare il loro ingresso nella fascia più libera dalle restrizioni anti Covid, la questione del permanere dell’obbligo di mascherina e del distanziamento non è stato risolto.

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Potrebbero finire entrambi con la fine dello stato di emergenza (31 luglio) o addirittura anche prima, almeno per quanto riguarda l’obbligo di mascherina all’aperto, ma nel governo, al momento, non c’è ancora un orientamento preciso sul da farsi, anche se il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, ha detto che se le cose continuano ad andare così bene si potrà togliere la mascherina fin dalla metà di luglio. Dal ministero degli Affari Regionali, tuttavia, non fanno trapelare certezze: la mascherina, viene sottolineato, potrà essere tolta a breve all’aperto, ma dovrà restare come presidio al chiuso, forse anche dopo la fine dell’emergenza, sempre che non venga rinnovato il decreto fino a ottobre, come vorrebbe il ministro Speranza anche per facilitare l’azione di vaccinazione di massa. "Se però si deciderà diversamente – viene sottolineato – allora inseriremo le regole sull’uso della mascherina e la sua obbligatorietà al chiuso in uno dei decreti Covid che verranno rinnovati".

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Insomma, non siamo certo in Danimarca – dove la mascherina all’aperto non è mai stata obbligatoria e dove da lunedì non lo sarà più neppure al chiuso, eccetto che sui mezzi di trasporto pubblici –, dove tutto tornerà come prima a partire da ottobre. In Italia prevale la prudenza anche sulla questione della fine dell’emergenza alla fine di luglio. "Se, come sembra – spiegano dal ministero della Salute – potrebbe essere necessaria una terza dose di richiamo vaccinale, le regole e l’autonomia che consente il permanere dello stato di emergenza favorirebbero e faciliterebbero il proseguimento della campagna del generale Figliuolo fino all’autunno inoltrato".

Il Covid, d’altra parte, non può certo dirsi sconfitto anche se l’Italia ha già cominciato a respirare meglio dal 7 giugno quando sono entrate a far parte delle regioni più virtuose anche Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria che si sono andate ad aggiungere alla Sardegna, al Friuli Venezia Giulia e al Molise che avevano fatto il passaggio la settimana precedente. A guardare i dati, tutte le Regioni italiane sono scese a un’incidenza sotto la soglia di rischio dei 50 casi settimanali per centomila abitanti, con una media nazionale di 25. Con il monitoraggio di oggi scatta poi il conto alla rovescia per quelle che restano (dal 21 giugno bianche), ovvero Sicilia, Marche, Toscana, Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania, ad eccezione della Val d’Aosta che potrebbe essere dichiarata bianca lunedì 28 giugno.