Addio a Michele Manzotti, l'amico del blues

Morto a 62 anni il collega della 'Nazione': una vita dedicata al giornalismo e alla musica

Michele Manzotti

Michele Manzotti

Firenze, 28 aprile 2022 - Ci ha lasciati improvvisamente Michele Manzotti, 62 anni, vicecaporedattore della Nazione all'Ufficio centrale-Province e grande esperto di musica. Tragica ironia del destino: proprio nel prossimo mese di giugno sarebbe andato in Svezia come unico giudice italiano all’European Blues Awards. "Sì, sono l'unico italiano", ci disse poche sere fa, proprio prima di un concerto. Un grande motivo di orgoglio, una bella soddisfazione per chi aveva fatto della musica – e del blues in particolare, appunto – la sua grande passione.

Michele "rev. Mike" Manzotti, fiorentino, iniziò la sua carriera da giornalista professionista aI Resto del Carlino a Bologna e a Rovigo dopo aver vinto la borsa di studio della Poligrafici Editoriale nel 1988. Poi rientrò a casa sua, alla Nazione, dove la redazione Province divenne il suo punto di riferimento. Per più di venti anni, infatti, aveva seguito da Firenze tutte le edizioni locali delle Cronache, soprattutto nei momenti in cui occorreva prendere decisioni importanti in pochissimi secondi, vale a dire nel delicatissimo turno di chiusura, quando soltanto chi sa fondere lucidità ed esperienza riesce a dare la giusta tranquillità ai colleghi impegnati sulla notizia dell’ultim’ora. Non da meno il suo prezioso contributo durante tutte le fasi pre-elettorali, quando si devono predisporre e sistemare le pagine: massima precisione e massimo scrupolo sempre, in tutto. 

Oltre al giornalismo, la sua grande passione era la musica, dicevamo. Ed era proprio grazie a quest'arte che Michele aveva regalato ai lettori autentiche perle, non soltanto con recensioni di brani e di album, ma soprattutto con interviste in cui emergevano sempre la sua competenza e la sua conoscenza anche storica degli evebti musicali e di cronaca, che sovente abbinava azgli articoli per meglio inquadrare le persone di cui scriveva. Aveva conosciuto tutti i più grandi artisti del blues e del rock, da B.B.King a Ian Anderson (tanto per citare solo due grandi con i quali ricordiamo anche sue disinvolte conversazioni telefoniche dal giornale, in perfetto inglese), ma aveva pure scoperto giovani talenti italiani: «Ha numeri, ne sentirai parlare», diceva. E aveva ragione. Andava in tutta Europa per la sua-nostra musica: Londra era in pratica la sua seconda casa. Amico fraterno di Ernesto De Pascale – il compianto musicista e produttore discografico – Manzotti era anche direttore della rivista online Il Popolo del Blues e collaborava con Controradio. Aveva legato il suo nome anche al prestigioso 'Premio Ciampi' di Livorno.

Appreso del malore fatale che lo ha colpito a Roma, l'Ordine dei giornalisti e l'Associazione Stampa Toscana lo hanno ricordato sottolineando "la grande ed esemplare professionalità". Forte e significativa la sua passione espressa anche attraverso gli organismi di categoria (con cariche nella Casagit e nell’Odg).