«L’hanno ucciso per prendergli il Rolex»

Un imprenditore di San Miniato muore a Livorno dopo lunga agonia. Era stato trovato incosciente e in un lago di sangue nel suo appartamento a Castiglioncello. La famiglia chiede la verità

Sono intervenuti i carabinieri

Sono intervenuti i carabinieri

Livorno, 2ottobre 2018 - Un Rolex che manca all’appello, un uomo a terra, incosciente e in una pozza di sangue, un «buco» di una manciata di minuti tra le 12,10 e le 13 nei quali ancora non si sa bene cosa possa essere accaduto. E’ il copione di una rapina finita nel sangue? Oppure le cose stanno diversamente, e i traumi profondi al volto e in varie parti del corpo sono da attribuirsi ad una rovinosa caduta, magari causata da un malore. Loreno Martini, 77 anni, di San Miniato, nel Pisano, per decenni al timone con altri familiari dei successi del marchio calzaturiero «Franco Martini», è morto all’ospedale di Livorno dopo undici giorni d’agonia.

Il dramma inizia il 19 settembre, a Castiglioncello, nel camminamento che porta al mare dal parco dell’ottocentesca Villa Querci dove Loreno e la moglie Visma da un quarto di secolo hanno un appartamento. E’ lì che, da quando l’imprenditore è in pensione, la coppia trascorre gran parte dell’anno. Mercoledì sul corpo del 77enne sarà effettuato l’esame autoptico che potrà chiarire elementi importanti sulla compatibilità dei traumi con una eventuale aggressione o con una caduta dalle scale dalle conseguenze fatali.

Quel giorno Loreno stava facendo dei lavoretti nel parco, aveva i guanti e, secondo i familiari anche il Rolex al braccio. A casa lo aspettavano per pranzo. «Io ero già arrivato – ricorda il figlio Luca, con a fianco il fratello Leonardo –, erano quasi le 13. Fu mia madre a uscire per cercarlo. Quando la vidi tornare di corsa, terrorizzata, chiamai il 118 e mi precipitai giù: mio padre era a terra, incosciente, aspettai i soccorsi cercando di parlare con lui». Poi la corsa in ospedale, il confronto con i medici ed il ritorno a casa. «In ospedale ci avevano riconsegnato le sue cose, come la fede, mentre il telefonino lo avevo già preso io – aggiunge Luca –. E il Rolex? A quel punto abbiamo chiamato i carabinieri. A casa lo abbiamo cercato ovunque. Non c’è». Quel Rolex, peraltro, è lo stesso orologio che nel luglio del 2015 fu scippato all’imprenditore proprio a Castiglioncello: i carabinieri glielo restituirono dopo aver acciuffato i responsabili del fatto.

«Non accusiamo nessuno – conclude Luca –. Abbiamo solo bisogno di capire». Anche le telecamere della zona sono state passate al setaccio. Le indagini riguardo al Rolex sono per furto, tenderebbero quindi a escludere, almeno per il momento, che la mancanza dell’orologio sia legata ad un’aggressione.