Listeria alimentare: sintomi e cibi a rischio. Le regole per prevenire il contagio

Dal 2020 a oggi sono 3 le persone decedute, 66 i casi clinici identificati in Italia. Ecco la lista di alimenti a rischio stilata dall’Istituto Superiore di Sanità

Ospedale

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Firenze, 30 settembre 2022 - Il giovane finito in terapia intensiva a Città di Castello, in Umbria, così come i numerosi casi clinici registrati ultimamente in molte regioni d’Italia, probabilmente dopo il consumo di wurstel contaminati, hanno fatto alzare la guardia sulla Listeriosi alimentare. Ma cos’è questa malattia caratterizzata dall'infiammazione dei tessuti? Da cosa è provocata? Come riconoscerla e come curarla? Intanto il Ministero della Salute mantiene “alta l'attenzione” sul problema: dal 2020 a oggi sono state infatti 3 le persone decedute, e 66 i casi clinici di listeriosi identificati in Italia.

Cos’è la Listeria 

La listeriasi sì è una malattia infettiva provocata da un microrganismo (la Listeria monocytogenes) a forma di bastoncello mobile, molto diffuso in natura sia negli animali domestici che in quelli selvatici. La Listeria è un batterio Gram-positivo e la malattia è presente in tutto il mondo, anche se di solito si manifesta in modo sporadico, con incidenza maggiore nelle zone rurali rispetto a quelle urbane. L’infezione Il modo preciso in cui l’uomo si infetta non è chiaro: il batterio può penetrare nell’organismo per inalazione, o per ingestione di cibo contaminato, probabilmente in relazione al contatto diretto con animali o soggetti infetti. Le donne possono anche ospitare i batteri in modo asintomatico nella flora batterica vaginale, e trasmettere l’infezione attraverso i rapporti sessuali. Nelle donne incinte si può avere anche la trasmissione dell’infezione al feto per via transplacentare. I soggetti ‘fragili Sono particolarmente suscettibili di infezioni gli anziani, specie se affetti da malattie debilitanti croniche, o se in trattamento con farmaci corticosteroidi o immunosoppressori. Tra i soggetti fragili ci sono anche le donne in gravidanza e i neonati prematuri. Le tipologie di alimenti a rischio Sono stati sequestrati i lotti di wurstel di pollo risultati positivi, mentre altri, in via precauzionale, sono stati tolti dagli scaffali dai supermercati in via precauzionale dalla stessa azienda agricola produttrice veneta, la Cooperativa agricola Tre Valli. Ma i wurstel, stranamente, non risultano neanche tra gli alimenti più a rischio contaminazione da questo batterio. L’Istituto Superiore di Sanità ne segnala altri sette: i formaggi molli con muffe in superficie, il formaggio molle con muffa nella massa, tutti i tipi di patè, il latte crudo, il salmone affumicato, i salumi poco stagionati e i cibi poco cotti, ma anche la frutta e la verdura. Le regole da adottare per ridurre il contagio Dall'igiene di mani e superfici alla cottura dei cibi: l'adozione di semplici regole nella manipolazione degli alimenti, anche in casa, riduce il rischio di contrarre la listeriosi. A spiegare come è possibile difendersi è il Ministero della Salute che attraverso il portale consiglia di “lavarsi spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali della cucina che vengono a contatto con gli alimenti come utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette”. È bene poi "conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all'interno di contenitori chiusi”. Essenziale è “cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta”, a cominciare dalla carne insaccata. È utile inoltre “non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumare cotti”, e quando lo si fa, conservarli in frigo e riscaldarli a alta temperatura prima del consumo, visto che il batterio listeria è sensibile alle alte temperature. Gli esperti consigliano per lo stesso motivo di “non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta”. Sintomi La malattia può assumere forme cliniche molto diverse tra loro. Nel soggetto adulto prevalgono le manifestazioni di interessamento del sistema nervoso centrale, coi caratteri della meningite o della meningoencefalite. Altre forme possono essere caratterizzate da faringite o congiuntivite, da tumefazioni linfoghiandolari, da eruzioni cutanee di tipo papulare o pustoloso. Comunque il batterio ha dimostrato una spiccata predilezione per placenta, feto e sistema nervoso centrale. Diagnosi e terapia Per arrivare a diagnosticare con esattezza la malattia è necessario isolare l’agente patogeno dal sangue, oppure fare ricorso ad indagini sierologiche. La terapia è a base di antibiotici. Maurizio Costanzo