Lavoro e crisi, "La Toscana perderà fino a 100mila posti" / PDF

E' il quadro che emerge dallo studio presentato da Ires e Cgil Toscana. Nella nostra regione la crisi sarà anche più lunga e avrà un impatto superiore a quella dei mutui subprime del 2009

Un operaio al lavoro (foto di repertorio)

Un operaio al lavoro (foto di repertorio)

Firenze, 9 giugno 2020 - La crisi economica per lo stop da coronavirus stringe la Toscana in una morsa. Nel presentarvi lo studio presentato da Ires e Cgil Toscana, chiediamo a voi lettori, se lo ritenete opportuno, di raccontarci la vostra storia al tempo della crisi economica. Lavoratori stagionali, lavoratori a termine, partite Iva sono in questo momento particolarmente colpite. Inviaci un whatsapp alla linea della redazione: 3316121321.

Uno scenario «apocalittico», che porterà ad un calo dei consumi, della produzione, dell'occupazione. E per la Toscana, regione con forte vocazione all'export e al turismo, l'effetto Covid19 sarà molto più devastante che nel resto d'Italia. E' il quadro che emerge dallo studio presentato oggi da Ires e Cgil Toscana. Nella nostra regione la crisi sarà anche più lunga e avrà un impatto superiore a quella dei mutui subprime del 2009. Da quell'anno e fino al 2014, sono stati proprio export e turismo a limitare i danni e porre le basi per la successiva ripresa. Ma ora sono proprio le esportazioni e il turismo a soffrire di più. Le previsioni, secondo Ires e Cgil Toscana, non possono essere che 'nere'.

 

A chiusura del 2020 la variazione del Pil oscillerà, secondo gli scenari, dal -8,4% al -12%, i consumi scenderanno del 5,8%, gli investimenti fissi lordi del 12%. Nel primo trimestre di quest'anno il crollo della produzione industriale ha sfiorato il -13%: solo le Marche hanno fatto peggio della Toscana. Negativi, come mai prima, anche i dati sull'occupazione: il rischio è che vengano spazzati via dalla crisi fino a 100mila posti di lavoro. Nei settori più colpiti, come turismo e commercio, la nostra regione soffre di più che il Meridione. Allarmante la crescita esponenziale del ricorso alla cassa integrazione: tra ordinaria e in deroga, le ore autorizzate sono aumentate ad aprile del 1656% rispetto alla media dei mesi aprile 2009-2014. A Pisa va la maglia nera, con un incremento del 2.251% delle ore autorizzate rispetto all'ultima crisi 2009-2014, seguita da Firenze, con un aumento del 2.224%.

«Purtroppo tutto lascia prevedere – ha commentato Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana – che non sarà una crisi di breve durata e l’impatto negativo che continuerà a generare nelle relazioni tra imprese e mercati limiterà ancora a lungo i flussi di merci e di persone da e per la Toscana».

«Una situazione complicata, che preoccupa. Per questo – ha affermato Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana – serve un ripensamento del modello di sviluppo da parte di tutte le istituzioni locali e nazionali, a partire dalle modalità di risposta ai bisogni sociali, dalla riconversione ecologica e dalle opportunità sul digitale. I soldi che sono stati stanziati a vari livelli per mitigare gli effetti sociali del Covid vanno spesi bene, non vanno usati senza un’idea di prospettiva: servono programmazione, pianificazione, lavoro di squadra tra sindacati, categorie e istituzioni. Bisogna trasformare l’emergenza in opportunità, partendo dall’esigenza di rinnovare i contratti nazionali, strumento fondamentale per garantire solidarietà e risposte a tanti tipi di problemi».