La variante Delta avanza in Italia. I focolai: Lombardia, Lazio e Veneto

Casi anche in Sardegna ed Emilia Romagna. Gli scienziati: ricoveri più gravi, ma riusciremo a fermarla

Gente in fila a Londra (Ansa)

Gente in fila a Londra (Ansa)

Da quattro settimane la Gran Bretagna vive una nuova fase di crescita esponenziale dei contagi, con un tempo di raddoppio di 7 giorni, anche se il dato non si ripercuote ancora in modo imponente su ricoveri e morti. A Londra le analisi genetiche fatte – con dati enormemente più ampi rispetto al sequenziamento in Italia – legano la riesplosione dei casi alla diffusione della variante Delta (ex indiana), più trasmissibile fino a sei volte le comuni forme di SARS-CoV-2 e scoperta nel 90% dei nuovi positivi. E in Italia, quanto e come si sta propagando questo ceppo del coronavirus?

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Il quadro del contagi descrive una presenza bassa della variante Delta, sotto la soglia dell’1% stando al report dell’Istituto superiore di sanità. Ma il panorama è in evoluzione, come successe mesi fa con la variante Alfa (ex inglese), cresciuta in modo importante e diventata dominante in Italia con l’88,1% delle infezioni (in calo al 18 maggio rispetto al 91,6% del 15 aprile). La procedura attuale di sequenziamento del virus consiste nel fare il tampone e, se positivo e con alta carica virale, si procede a un secondo test, per verificare la presenza della variante Alfa. "Questo andava bene mesi fa – spiega il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca –, quando la variante Alfa era l’eccezione, ormai è il virus di base".

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L’incidenza più elevata del ceppo Delta è nel Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%), Lombardia (dove c’è stato il focolaio nella palestra di MIlano), Emilia Romagna (1,2%), Veneto (1,5%), Piemonte (0,7%). Gran parte dei casi di varianti Delta sono state identificati in soggetti che non avevano avuto contatti noti con persone provenienti dall’estero, sintomo che la variante circola già sul territorio. Sono numeri esigui che, però, vanno letti nel contesto di una scarsa capacità del nostro sistema di sequenziare i tamponi positivi. Ora in tanti si chiedono se questa pandemia, per colpa delle varianti, non finirà mai. "Se vogliamo affrontare l’autunno con più tranquillità, anche alla luce del fatto che le varianti arriveranno, dobbiamo avere una copertura con almeno due dosi di vaccino", chiarisce l’assessore alla sanità della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco.

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In Lombardia sono 81 i casi di variante delta finora rilevati di cui 70 a maggio e 9 al 14 giugno. In giugno si registra una tendenza in calo rispetto a maggio anche per la percentuale della variante Delta sul totale delle genotipizzazione, che è stata dell’1,2% in maggio e finora dell’1,1% a giugno. La Puglia, che ha una quota di variante Delta dell’1,1%, a maggio ha segnalato 25 nuovi casi. Un componente della troupe del film Disney ‘La Sirenetta’, in lavorazione nel nord Sardegna, è ricoverato all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, dopo essere risultato positivo alla variante Delta. Altri componenti della produzione della pellicola hollywoodiana sono positivi e isolati. Anche Sassari corre ai ripari con una nuova ordinanza del sindaco Nanni Campus.

Il virologo Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commentando lo studio che su ‘The Lancet’ conferma l’efficacia dello scudo conferito anche contro la variante Delta dai vaccini anti Covid, rileva tuttavia un rischio di ospedalizzazione doppio in caso di contagio causato dal mutante: "Ultimissime dalla Scozia, l’efficacia di due dosi di vaccini nella protezione dall’infezione da variante Delta: Pfizer 79%, AstraZeneca 60%. Questa variante sembra più contagiosa e in grado di causare una malattia più grave". Ma il virologo Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, specifica: "Le persone che si infettano sembra abbiano una sintomatologia più intensa, ma vediamo che l’assoluta maggioranza dei casi finiti in ospedale erano di persone non vaccinate, persone vaccinate con una sola dose e pochissime persone vaccinate e reinfettate".

Intanto, la variante B.1.617.2 è arrivata in 74 Paesi nel mondo. In Francia la quota di tamponi identificati tocca il 4%, in Portogallo addirittura il 50% e in Scozia è dominante. La Germania conta il 50% di sequenze Delta aggiuntive in due settimane e il Belgio il 60% in più. Il ceppo sta puntando a diventare il più diffuso anche negli Stati Uniti col 10% delle infezioni. Esprime, comunque, ottimismo l’immunologo dell’università Statale di Milano, Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico: "La variante Delta è una brutta bestia, però non ci preoccupa più di tanto perché abbiamo i vaccini. Se non li avessimo, saremmo veramente messi male, con l’infettività e la letalità che ha. Invece è una variante che controlleremo".