Firenze, 23 novembre 2022 – Lo Scudo verde, il sistema di 81 porte telematiche che sarà attivo a Firenze per ridurre l'inquinamento, alla Lega non piace. Non è mai piaciuto. Adesso però si procede ai fatti oltre che alle parole con una raccolta firme, nel weekend, per “fermare la discriminazione” delle telecamere che non garantiranno l'accesso ai mezzi più inquinanti (quelli fino a Euro 4 diesel). La Lega ha annunciato oggi l'iniziativa, a cui seguirà una mozione che sarà presentata in Consiglio regionale, Città metropolitana di Firenze e Comune di Firenze. Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega, era piuttosto alterato: “A Firenze – ha detto il consigliere regionale Giovanni Galli - potremmo anche condividere un discorso del genere ma non si può mettere in atto un progetto come questo senza avere dato gli strumenti a tutti i cittadini per poter avere un’alternativa allo Scudo Verde. Non si può solo comprare le macchine nuove, bisogna che le persone abbiano delle altre opportunità. Tutti i cantieri renderanno ancora più difficile la situazione. Siccome non riguarda solo l’emissione di gas delle macchine ma riguarda anche freni e gomme il piano dell’aria, io credo che dovremmo fare un ragionamento complessivo e non solo limitarsi a degli spot che colpiscono e fanno notizia, senza avere alle spalle un piano sia regionale, che provinciale che comunale”. Galli ha sottolineato che “siamo in un momento di emergenza ma questa non piò essere sempre una scusa”. Secondo il capogruppo a Palazzo Vecchio Federico Bussolin la Lega è “per le infrastrutture ma se fatte in modo intelligente e con tempi certi. Lo scudo verde non viene compensato con un adeguato parco mezzi di trasporto locale, non avremo neppure la tramvia. È una limitazione dei diritti, anche in riferimento al pagamento di un eventuale obolo”. “Manca un tpl adeguato, gli hub scambiatori non sono stati realizzati – ha evidenziato Cecilia Cappelletti, consigliere della Lega in Città metropolitana -. Manca poi un cronoprogramma preciso, non si sa dove verranno installate le porte telematiche. Non c'è stato il coinvolgimento dei sindaci metropolitani”. Niccolò Gramigni